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Il Preromanticismo

Negli ultimi decenni del ‘700 si esprime, soprattutto nella letteratura inglese e tedesca una nuova sensibilità per molti aspetti opposta a quella razionalistico-sensista.
Questo nuovo atteggiamento, nella sua fase iniziale prende il nome di Preromanticismo, perché costituisce la premessa del Romanticismo, un primo affacciarsi di temi e forme di sensibilità che quest’ultimo svolgerà in una nuova concezione della vita e dell’uomo. Il Preromanticismo è in netto contrasto con l’ottimismo dell’età dei lumi, che si fondava sulla piena e serena fiducia nella razionalità e nell'applicazione di essa ai rapporti umani, ritenendola capace di produrre un rinnovamento della vita sociale e di garantire agli uomini la felicità.
La nuova letteratura è caratterizzata dall'esaltazione dell’individualità singola e dal sentimento, dalla confessione lirica dell’io, ripiegato in una malinconica solitudine, pervaso da un senso drammatico e doloroso del vivere, da una concezione pessimistica della realtà. Era questa, in fondo, la risposta a certo ottimismo troppo fiducioso e approssimativo.
La tristezza e l’inquietudine preromantica si aprono in visioni notturne, lugubri, sepolcrali in meditazioni meste sulla morte e anche in una nuova visione della natura che viene sentita come forza primigenia, arcana e tuttavia misteriosa consonante del cuore umano.
I nuovi testi che compiono trionfalmente il giro d’Europa sono gli Idilli dello svizzero Salomone Gessner, l’”Elegia sopra un cimitero campestre” dell’inglese Tomas Gray, le “Notti” di Edward Young, e le “meditazioni sopra i sepolcri” di James Harvey, anch’essi inglesi. Entusiasmo ancora maggiore suscitano i Canti di Ossian, opera dello scozzese James Macpherson, che li finse opera di antichi bardi colti della sua terra, erano canti epico lirici, rievocazione di antiche leggende, permeati dallo spirito preromantico dove vi si trovano paesaggi notturni, cupi e tempestosi, un mondo di eroismo e di sventura, meditazioni angosciose sulla caducità e sulla morte. Tutti questi testi furono più volte tradotti in italiano. Il maggior merito dei nostri traduttori settecenteschi è quello di aver calato la sensibilità preromantica nelle forme della nostra tradizione letteraria, costituendo così dei testi sui quali si educheranno il gusto e la sensibilità di Alfieri, del Foscolo, del Leopardi, intimamente aperti, nonostante la loro formazione classica, alle suggestioni più profonde del Romanticismo.
Fra i nostri scrittori preromantici: Melchiorre Cesarotti , traduttore in versi italiani di Canti di Ossian e Alessandro Verri, autore delle “notti romane”. Più mediocre e legato a forme baroccheggianti è Alfonso Varano (1705 – 1788), ferrarese, le cui Visioni, pervase di immaginosa eloquenza biblica ebbero grande successo. Spunti della nuova sensibilità si trovano sparsi in molti altri scrittori, ma colui che li accolse e li approfondì in forma sistematica fu Vittorio Alfieri.


Illuminismo e Preromanticismo

Sarebbe inopportuno ridurre la cultura del secolo (in particolare della 2° metà di esso) alla linea del razionalismo-sensismo-illuminismo. Fermo restando il forte impegno dell’intellettuale e dello scrittore per la costruzione di un nuovo ordine sociale, la spinta liberatoria, la lotta al pregiudizio, va osservato a proposito degli altri elementi di questa civiltà che si sono messi in luce, che essi presentano nella realtà una loro interna dialettica. Il sensismo, ad esempio culmina in un’attenzione, all'interiorità che trapassa dalla considerazione (e rivalutazione) della sensibilità a quella del sentimento; l’individualismo della nuova civiltà, mentre chiede alla ragione una spinta e un sostegno nella lotta contro strutture sociali ormai desuete, non accetta del razionalismo il carattere livellatore, che rischia di negare l’aspetto originale della singola individualità, le correnti scettiche e materialistiche non rispondono all'ansia di giustificazione della vita che richiede di esprimersi in un nuovo tipo di religiosità nello stesso impegno di riforma sociale. Si avverte l’importanza che hanno sul piano operativo, l’entusiasmo, la fantasia e ancora una volta il sentimento. Al vigore e al rigore combattivo della ragione si sente il bisogno di unire l’entusiasmo della ragione stessa al cuore. Del resto anche il concetto di borghesia da cui eravamo partiti, non va inteso in senso monistico. La rivoluzione francese mostrerà le opposizioni interne di questa classe, ad esempio fra borghesia capitalistica e artigiani.
Senza contare che dal Terzo stato, dominato dalla borghesia uscirà un Quarto stato, quello del proletariato contadino e urbano, che esprimerà una propria iniziativa politica e rivoluzionaria.
Col termine Preromanticismo si intende una particolare tematica che comprende: l’esaltazione del sentimento, il gusto dei sentimenti intensi e originali, che culmina nell'esaltazione del primitivo, d’una perfezione umana ricercata in epoche remote, in un ritorno integrale alla natura, non come equilibrio e ragionevolezza, ma come energia, il desiderio, nel sentire e nell'arte, del sublime cioè di qualche cosa di grande e infinito che riflette lo slancio indefinito dell’interiorità, il gusto di paesaggi malinconici e lugubri, come scena allusiva su cui si svolgono patetiche e profonde meditazioni sulla vita e sul destino.
Colui che espresse in forma caratteristica e, per certi aspetti esemplare questa dialettica d’una civiltà, fu il ginevrino Gian Giacomo Rousseau, che pure fu, contemporaneamente, uno dei più importanti collaboratori dell’Enciclopedia e l’autore del contratto sociale, dove sosteneva illuministicamente l’origine contrattuale dello stato.
Anch'egli esalta la natura, ma essa per lui non significa più ragione, bensì sentimento, nel quale egli vede il carattere distintivo della personalità. Non considera la scienza un bene, ma il peggior male (“l’uomo che medita”, scrive, è un animale depravato); e pensa che l’uomo possa conseguire la felicità non potenziando la ragione, ma seguendo i propri impulsi primigeni e istintivi. Tornare alla natura e cioè a uno stato primitivo di innocenza, alla spontaneità del vivere e del sentire, liberi da ogni costrizione sociale è il sogno da lui vagheggiato. Rousseau diveniva così uno dei padri del Romanticismo, in quanto esaltava la propria individualità eccezionale e irripetibile (Le confessioni), la passione come libera creatività individuale (Emilio, La nuova Eloisa), e un sentimento nuovo della natura vergine, nel cui seno l’uomo può effondere liberamente se stesso, ritrovando con essa un’intima comunione.
Il concetto di preromanticismo, tuttavia, se può essere utile ai fini classificatori, per indicare gli esiti. Sul piano letterario degli aspetti di sensibilità che si sono poco fa illustrati, non va tuttavia posto in rigida e astratta opposizione con quello di Illuminismo, dato che i due aspetti sono spesso compresenti nello stesso scrittore. A essi corrispondono, nell'ambito letterario, due modi diversi di concezione e di stile. In Voltaire, astrattamente rappresentante in prevalenza del razionalismo illuministico, abbiamo la frase breve, secca, nervosa, ma precisa, carica d’un appassionato e pur chiaro fervore intellettuale, in Rousseau un periodare ampio diffuso, musicalmente cadenzato, rivolto non tanto a provocare l’assenso dell’intelligenza, quanto ad affascinare la sensibilità trasportando lo spirito in un’atmosfera indefinita di malinconia e di sogno. Va infine ricordato che nel liberarsi dalle energie razionali che caratterizza le culture europee nella 2° metà del secolo, l’Illuminismo acquista sviluppi peculiari diversi nei vari paesi. In Germania, ad esempio, dove la rivoluzione borghese non riesce ad affermarsi se non a livello tutto ideale, abbiamo la grande filosofia di Emanuele Kant (1724-1804), cui si ispirerà la filosofia idealistica del Romanticismo tedesco, che è tuttavia in linea con l’audacia intellettuale e la volontà di rinnovamento dell’uomo e delle società proprie dell’Illuminismo. Si può pertanto concludere che la ritrovata fede nella ragione e l’appello alla filosofia e alla letteratura affinché partecipano alla battaglia per una nuova società fondata sulla liberazione illuministica settecentesca, che tuttavia ebbe anche altri e ricchi esiti e non va racchiusa in una forma limitata e semplicistica.



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