Il libro tratta un'analisi particolareggiata del secolo di Dante. Personaggi, avvenimenti bazzicano intorno al Divino Poeta e ne discolpano o condannano ai nostri occhi le sue azioni. Il complesso periodo dell'affermazione delle signorie in Italia e della lotta furente fra Papi e Imperatori è protagonista del libro. Fra gli altri personaggi si erge Dante non come illustre poeta, ossequiato e coronato d'allori, ma come un ragazzo di piccola borghesia, un giovane ammiratore ora di Guido Cavalcanti ora di Brunetto Latini, un soldato della campagna di Campaldino, un guelfo bianco, un esiliato, un girovago errante intorno alle corti, un poeta valorizzato appena intorno al rango di un buon giullare, un'innamorato, un marito, un padre.
Il tutto descritto con un ritmo pacato, che coinvolge ogni tanto un humor di cui è tipico Montanelli, a volte giornalistico, in complesso accessibile.
Il libro risulta interessante per la chiara o quasi (per quanto ingarbugliata in effetti fu) visione politica del XIII-XIV° secolo ed è utile per poter meglio capire lo stesso Dante con la sua agitata vita di cittadino fiorentino e poeta magno fondatore del dolce stilnovismo.
Il tutto descritto con un ritmo pacato, che coinvolge ogni tanto un humor di cui è tipico Montanelli, a volte giornalistico, in complesso accessibile.
Il libro risulta interessante per la chiara o quasi (per quanto ingarbugliata in effetti fu) visione politica del XIII-XIV° secolo ed è utile per poter meglio capire lo stesso Dante con la sua agitata vita di cittadino fiorentino e poeta magno fondatore del dolce stilnovismo.