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Tema: Alcolismo Giovanile

Spiega perché sempre più adolescenti bevono alcolici fino ad ubriacarsi e che soluzioni si potrebbero adottare.

Tema Svolto:
Tra gli adolescenti il consumo di alcool è elevato. Si beve più birra che vino, in quanto la birra appare come una bevanda più economica e moderna, capace di simbolizzare meglio la cultura giovanile.
La maggioranza degli adolescenti beve moderatamente, una piccola parte ma significativa sono bevitori forti.
Coloro che incominciano in famiglia sono per lo più bevitori moderati e continuano a farlo maggiormente con i genitori.
Coloro che cominciano con gli amici sono soprattutto bevitori forti e continuano a farlo con questi ultimi.Sia la prima assunzione di alcolici che il consumo successivo hanno un carattere sociale.
Quando il bere si accompagna a stress e depressione avviene in un contesto relazionale, non in solitudine.
Il consumo di alcol avviene sia con gli adulti che con i coetanei.
L’ambiente culturale attribuisce al bere diversi significati: convivialità, allegria condivisa, distensione emotiva e fisica.
La lieve disinibizione comportamentale prodotta da una moderata dose di alcol favorisce relazioni sociali più distese, basti pensare a come, nel linguaggio comune, il vino “faccia buon sangue”, “aiuti la digestione”, “assicuri un buon sonno”, “stimoli il buon umore”...
Bere dosi moderate di alcolici è parte integrante dei riti di legame e di gioia della nostra società, anche a livello religioso.
Gli adolescenti astemi pertanto risultano meno integrati nel gruppo sociale dei coetanei: hanno meno amici, si sentono meno interessanti per il sesso opposto e vivono maggiormente sentimenti di alienazione ed isolamento sociale. Sono ragazzi e ragazze che possono essere descritti come più dipendenti dalla famiglia, meno autonomi e maggiormente orientati verso l’impegno ed il successo scolastico.
L’uso dell’alcol è un rituale di legame sia per gli adulti che per gli adolescenti. I comportamenti adolescenziali, anche quando sono rischiosi e dannosi, svolgono precise funzioni nel processo della loro crescita.
Nella crescita risulta primaria la costruzione e il rafforzamento della propria identità: l’alcol permette di diventare e di sentirsi adulti facendo ciò che gli adulti fanno.
Il consumo di alcol essendo diffuso sia tra gli adulti che i coetanei permette l’identificazione sia con i primi che con gli amici. Il bere moderatamente permette sia di “sentirsi giovani” che “sentirsi adulti”.
Lo sviluppo dell’identità, realizzandosi anche attraverso la prova dei propri limiti e l’esplorazione delle proprie possibilità (più nei maschi che nelle femmine), fa sì che il consumo dell’alcol possa configurarsi talvolta come una sperimentazione di sé, fino all'ubriacatura (accettato più nei ragazzi che nelle ragazze).
Naturalmente, esistono molti altri modi per vedere “quanto si resiste”: l’attività sportiva, l’assunzione di impegni, la lettura, l’approfondimento intellettuale.
Per molti adolescenti il consumo di alcool, anche smodato, rimane uno dei modi più facilmente accessibili e culturalmente accettati per realizzare una qualche forma di esplorazione e sperimentazione, in cui è anche contemplata una certa dose di trasgressione verso il mondo adulto. Poiché l’alcol è parte integrante della cultura adulta, la trasgressione non può realizzarsi attraverso il consumo in sé, ma oltrepassando i limiti socialmente accettati.
Un’altra funzione che riguarda soprattutto il gruppo dei forti bevitori e di quelli che si ubriacano spesso è quella che si esprime nel linguaggio comune come il “bere per dimenticare”. Il consumo eccessivo di alcool serve alla fuga e all'evasione dalle difficoltà e responsabilità. La sbornia risulta una strategia perdente in quanto non risolve i problemi, anzi pone nuove difficoltà relazionali; la stima di sé e il sistema di autoefficacia diminuiscono progressivamente.
Questi soggetti ricercano l’alterazione dello stato di coscienza e la fuga dal mondo reale non solo con l’alcool, ma anche con altre sostanze psicoattive oppure con i videogiochi, la musica assordante e le luci psichedeliche. Le soluzione possibili sono quelle che non prenderebbe in considerazione nessuna persona alcolizzata ovvero confidarsi coi propri genitori o altre persone adulte responsabili a cui confidare il problema e recarsi in centri di disintossicazione, la maggior parte però preferisce tenersi questa dipendenza perché lo rende felice e come già detto pensa di essere uscito dal mondo reale, così come la droga, ma in modo meno veloce l'alcool danneggia l'organismo in particolar modo il fegato ed allora si che l'alcolizzato penserà a smettere. La soluzione esiste già per i giovani, difatti a loro è vietato l'uso di bevande alcooliche ma nonostante questo riescono ugualmente a procurarsele perché amici o persone più grandi glieli comprano al loro posto, oppure nel caso ancora peggiore è lo stesso negoziante che finge di non accorgersi dell'età del cliente pur di racimolare qualche soldo in più; solo con la piena coscienza dei danni che provoca l'alcool si può rendere conto del pericolo che si corre nel abusarne, eppure sono morti o si sono ammalati diversi personaggi famosi per l'abuso di alcolici ed anche news recenti affrontano questa la tematica dei giovani alcolizzati morti, appena usciti dalla discoteca, in un incidente stradale e sicuramente ne moriranno molti altri. Non si può eliminare il vino nelle tavole e nemmeno l'alcool nelle discoteche, perché non è un bicchiere quello che uccide ma l'esagerazione per dimostrarsi forti nel sorbire l'assunzione di bevande molto alcoliche, si può però essere persone responsabili e prendersi l'impegno di non esagerare, bevendo a sorseggiare anziché finire subito il primo bicchiere. La vita è una, non può essere scambiata o trasferita, e per questo è così importante, ogni giorno muoiono tantissime persone che avrebbero fatto di tutto pur di aver avere una seconda possibilità di vita. Essendo la vita molto breve è piena di imprevisti, l'alcol mi sembra il peggior modo per finirla ma il miglior modo per essere ricordati come delle persone deboli ed anche stupide.



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