Per molto tempo è mancato una riflessione approfondita sul problema delle risorse nel nostro Pianeta ma negli ultimi decenni l'uomo si è reso conto che il saccheggio del patrimonio naturale iniziato con la prima rivoluzione industriale e proseguito sempre più intensamente fino ad oggi a livelli vertiginosi. Si assiste a un continuo e accelerato aumento dei bisogno umani dovuto a due cause: il consumo spinto nei paesi economicamente sviluppati, e l'esplosione demografica del terzo mondo.
E' indispensabile quantificare e classificare le risorse disponibili sulla terra per poter programmare uno sfruttamento razionale e risanare gli squilibri territoriali in campo socio-economico, inoltre, le parole, la conoscenza e il buon uso delle risorse sono le premesse necessarie per avviare un serio sviluppo. Gli scenari possibili del mondo di domani saranno positivi o negativi a seconda dei comportamenti umani, tutto dipende da una corretta impostazione dei problemi e della diffusione di un forte senso di responsabilità.
L'ambiente è il magazzino delle risorse ed è esso stesso una risorsa. Le nuove strategie di sviluppo devono prendere in considerazione non solo le risorse naturali, ma anche le capacità umane, perché il lavoro, le capacità tecnologiche che i comportamenti socio culturali sono all'origine dei processi economici, dell'evoluzione storica e dell'organizzazione territoriale.
Poiché il significato della parola sviluppo si lega con il raggiungimento di una buona qualità della vita, accompagnato dalle disponibilità di servizi sociali efficienti, dalle possibilità di valorizzare le capacità personali del godimento di un ambiente pulito. Mentre nei paesi poveri il benessere è identificato con la ricchezza monetaria il cui conseguimento rappresenta un esigenza prioritaria, ma in quelli avanzati questa visione viene contestata perché si ritiene che al progresso generale debbano concorrere anche le qualità della vita e un alto grado di giustizia sociale.
Si è compreso che la crescita economica non deve dilapidare il patrimonio naturale o distruggere fragili equilibri dell'ecosistema, tuttavia non esiste contrapposizione ma complementarietà fra sviluppo e ambiente. Per questo motivo si parla di sviluppo sostenibile, cioè lo sviluppo che soddisfi i bisogni dell'attuali generazioni senza compromettere le capacità delle generazioni future di soddisfare i propri e, affinché si possa lasciare a coloro che verranno dopo di noi un'eredità carica di conoscenza scientifico-tecnologiche, capitali prodotti dall'uomo e beni ambientali non inferiori a quelli che abbiamo ricevuto da coloro che ci hanno preceduto; non bisogna arrestare la crescita economica mondiale, ma impostare lo sviluppo su basi che permettano di conseguire determinati obiettivi quali l'integrità del sistema ecologico terrestre, l'efficienza economica e l'equità fra i popoli del mondo.
Spesso lo sviluppo economico entra in conflitto con la qualità dell'ambiente, ma affinché essi si possono conciliare bisogna progettare impianti non inquinanti e attuare tutti gli accorgimenti possibili per ridurre al minimo il danno ambientale, avvalendosi di un'adeguata legislazione che obblighi ad usare tali sistemi, anche se faranno aumentare i costi di produzione.
Le risorse naturali non rinnovabili sono inevitabilmente destinati all'esaurimento in tempo più o meno brevi a seconda dell'intensità delle loro utilizzazioni, nè si può ritardare questo processo attraverso il risparmio energetico e il riciclaggio.
Quest'ultimo costituisce anche un valido contributo alla soluzione del problema dei rifiuti, in tutti i casi in cui è possibile riutilizzare il materiale.
Si può salvaguardare l'acqua, l'aria, il suolo ma molti se ne fregano perché viviamo in un pianeta di dimensioni apparentemente illimitate e si pensa che le risorse sono infinite e che il danno che produciamo quotidianamente viene assorbito e sarà riparabile nel tempo.
L'unico rimedio per salvarci è di cessare di credere a questa utopia e cercare di stabilizzare sia le popolazioni che la produzione di prodotti che comportano un elevato spreco di materie prime. Nessuno al momento ha un sistema rivoluzionario per risolvere il problema della Terra. Forse qualche soluzione esiste già o forse no, quello che è certo è che per risolverli è necessario che nella coscienza di tutti, e soprattutto in chi ha la conservazione del governo, divenga chiaro che il problema della conservazione ambientale deve essere uno dei primi problemi da risolvere.
Non ci sarà speranza di soluzione fino a che, al contrario, il primo interesse dei governi non sia quello di evitare gli sprechi e il degrado, il che vuol dire conservare un mondo abitabile.
E' indispensabile quantificare e classificare le risorse disponibili sulla terra per poter programmare uno sfruttamento razionale e risanare gli squilibri territoriali in campo socio-economico, inoltre, le parole, la conoscenza e il buon uso delle risorse sono le premesse necessarie per avviare un serio sviluppo. Gli scenari possibili del mondo di domani saranno positivi o negativi a seconda dei comportamenti umani, tutto dipende da una corretta impostazione dei problemi e della diffusione di un forte senso di responsabilità.
L'ambiente è il magazzino delle risorse ed è esso stesso una risorsa. Le nuove strategie di sviluppo devono prendere in considerazione non solo le risorse naturali, ma anche le capacità umane, perché il lavoro, le capacità tecnologiche che i comportamenti socio culturali sono all'origine dei processi economici, dell'evoluzione storica e dell'organizzazione territoriale.
Poiché il significato della parola sviluppo si lega con il raggiungimento di una buona qualità della vita, accompagnato dalle disponibilità di servizi sociali efficienti, dalle possibilità di valorizzare le capacità personali del godimento di un ambiente pulito. Mentre nei paesi poveri il benessere è identificato con la ricchezza monetaria il cui conseguimento rappresenta un esigenza prioritaria, ma in quelli avanzati questa visione viene contestata perché si ritiene che al progresso generale debbano concorrere anche le qualità della vita e un alto grado di giustizia sociale.
Si è compreso che la crescita economica non deve dilapidare il patrimonio naturale o distruggere fragili equilibri dell'ecosistema, tuttavia non esiste contrapposizione ma complementarietà fra sviluppo e ambiente. Per questo motivo si parla di sviluppo sostenibile, cioè lo sviluppo che soddisfi i bisogni dell'attuali generazioni senza compromettere le capacità delle generazioni future di soddisfare i propri e, affinché si possa lasciare a coloro che verranno dopo di noi un'eredità carica di conoscenza scientifico-tecnologiche, capitali prodotti dall'uomo e beni ambientali non inferiori a quelli che abbiamo ricevuto da coloro che ci hanno preceduto; non bisogna arrestare la crescita economica mondiale, ma impostare lo sviluppo su basi che permettano di conseguire determinati obiettivi quali l'integrità del sistema ecologico terrestre, l'efficienza economica e l'equità fra i popoli del mondo.
Spesso lo sviluppo economico entra in conflitto con la qualità dell'ambiente, ma affinché essi si possono conciliare bisogna progettare impianti non inquinanti e attuare tutti gli accorgimenti possibili per ridurre al minimo il danno ambientale, avvalendosi di un'adeguata legislazione che obblighi ad usare tali sistemi, anche se faranno aumentare i costi di produzione.
Le risorse naturali non rinnovabili sono inevitabilmente destinati all'esaurimento in tempo più o meno brevi a seconda dell'intensità delle loro utilizzazioni, nè si può ritardare questo processo attraverso il risparmio energetico e il riciclaggio.
Quest'ultimo costituisce anche un valido contributo alla soluzione del problema dei rifiuti, in tutti i casi in cui è possibile riutilizzare il materiale.
Si può salvaguardare l'acqua, l'aria, il suolo ma molti se ne fregano perché viviamo in un pianeta di dimensioni apparentemente illimitate e si pensa che le risorse sono infinite e che il danno che produciamo quotidianamente viene assorbito e sarà riparabile nel tempo.
L'unico rimedio per salvarci è di cessare di credere a questa utopia e cercare di stabilizzare sia le popolazioni che la produzione di prodotti che comportano un elevato spreco di materie prime. Nessuno al momento ha un sistema rivoluzionario per risolvere il problema della Terra. Forse qualche soluzione esiste già o forse no, quello che è certo è che per risolverli è necessario che nella coscienza di tutti, e soprattutto in chi ha la conservazione del governo, divenga chiaro che il problema della conservazione ambientale deve essere uno dei primi problemi da risolvere.
Non ci sarà speranza di soluzione fino a che, al contrario, il primo interesse dei governi non sia quello di evitare gli sprechi e il degrado, il che vuol dire conservare un mondo abitabile.