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Tema Svolto: La Donna tra Casa e Lavoro

Nei tempi antichi la donna, tranne poche eccezioni, è stata legata alla casa, alla famiglia e alle arti femminili. Con le due guerre mondiali e con il mutamento delle economie, esse sono entrate negli uffici, nei mestieri e nelle professioni. Hanno rivendicato la parità dei diritti con gli uomini. Dagli inizi alla fine del 900 e continuando col 2000, il mutamento è stato enorme, resta da chiedersi se continuerà ancora ad allontanarsi dal passato o addirittura di invertirlo. La domanda è legittima pensando che la donna, a differenza dell'uomo, pur lavorando all'esterno, resta amante della casa, cura direttamente l'educazione dei figli, è costretta a trascurare le arti femminili, tra cui il cucito, il rinnovo del vestiario e del guardaroba. Soprattutto è costretta a trascurare la casa affidandola alle mani altrui, oppure a sbrigare frettolosamente e superficialmente le faccende domestiche. Si può, forse pensare che verrà un tempo in cui gli uomini sostituiranno le donne nel disbrigo delle faccende domestiche dato che già i governi sono stati affidati alle donne, così come le professioni, i managements, le direzioni aziendali. Le donne si sono stancate dei ruoli tradizionali e hanno operato per una rivincita contro gli uomini che le hanno tenute come comprimarie. Il tema ormai pone il quesito se la donna stia meglio in ufficio o in casa. Oggi certamente la maggior parte delle donne risponderà che si sta meglio in ufficio che a casa a lavare i piatti: tanto ormai vi sono le attrezzature a basso prezzo che svolgono questa funzione. In ogni tempo esiste una particolare propaganda politica che condanna il passato e con esso il fatto che la donna dovesse stare a casa a servire l'uomo. Io sono convinto che oggi uomo e donna hanno un proprio carattere, che gli fa fare certe scelte ma anche certi sbagli.
Per natura la donna è più brava dell'uomo ad accudire la casa e dato che le leggi naturali sono più importanti di quelle umane, che sono state aggiunte solo successivamente, quest'ultime non devono contrastarle in alcun modo. Lavare i piatti, per terra, stirare, spolverare sono compiti che potrebbero apparire noiosi ed umilianti sotto certi aspetti che possono portare certe casalinghe ad isolarsi specialmente nell'inverno. Potrebbero apparire compiti obsoleti ma non c'è nulla al mondo di obsoleto, se non il fare alcuna cosa. Ogni mestiere è onorevole quando lo si compie volentieri e con felicità e vi sono perfino mariti che spesso danno il cambio alle mogli nel disbrigo delle faccende di casa. La donna può stare bene quando è insegnante e non ha una classe rumorosa e indisciplinata, quando è giudice in tribunale, quando dirige un'azienda o quando è a capo di un ministero. Ma io penso che anche allora e in molti altri casi, le preoccupazioni superino la soddisfazione, i disinganni e la speranza, le mortificazioni e le gratificazioni. Non c'è rosa senza spine: dove le spine sono minori è la dove si è soli e si fa a proprio piacere, come la donna quando governa la casa a suo gusto. La donna, sul lavoro, può avere qualche gratificazione quando esso le va a genio e le dà soddisfazioni ma i lavori di tal genere sono pochi: per lo più la donna comune è relegata a fare la dattilografa, la telefonista, la commessa ecc. Così è costretta a starsene ore e ore piegata sui tasti, sorridente davanti al cliente noioso ed innervosito, paziente quando la pazienza ha già superato i limiti, oppure è costretta per aiutare il marito che guadagna meno di quanto basta per vivere a fare la domestica, l'accompagnatrice, la donna di campagna, oppure starsene ore ed ore in piedi in un negozio pieno di odori sgraditi ad attendere un cliente pur di compensare le spese mensili.
In verità io credo che sia meglio tra uomo e donna collaborare insieme per rendere meno faticoso il lavoro, per prendere una pausa a turno dai lavori più noiosi e pesanti, per migliorare sempre di più la qualità delle prestazioni. Per aver successo ed aspirare ad alti incarichi occorre un complesso di dati che sgorgano dalla volontà più che dalla natura: la determinazione, il carattere, la personalità e l'alta professionalità. Io non credo che la donna controllatrice o vigilatrice, sia più felice della donna madre, della donna educatrice dei suoi figli, della donna che tiene in ordine la casa e la rende accogliente al marito quando egli torna stanco dal lavoro.
Il segreto del successo, della felicità della scelta del lavoro, sta in noi purché badiamo alla ragione, alla razionalità, alla logica, all'ordine naturale. La donna è entrata negli uffici quando l'economia, da primaria è diventata industriale, solo perché l'uomo serviva per combattere la guerra, quindi per necessità e non per merito. Tra l'uomo e la donna non devono esistere rapporti di superiorità in alcuna direzione, ma devono esistere dappertutto, in famiglia come nel lavoro esterno, solo rapporti di reciprocità, di collaborazione e di cooperazione.



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