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Tema sul Decadentismo

L'espansione della società borghese e lo sviluppo di nuovi orizzonti culturali e scientifici trovarono una singolare resistenza e contraddizione nell'atteggiamento degli artisti. Soprattutto nei paesi dove è più forte la spinta del progresso tecnico, dell'industria, della nuova cultura scientifica, l'artista sceglie un'opposizione radicale riallacciandosi alle forme più diverse della tradizione o tentando esperienze nuove e sconvolgenti tende a porsi contro il buonsenso borghese. Contro la fede nella scienza e contro il progresso.
Queste nuove tendenze si affermano a partire dagli anni 50, specialmente dopo l'influsso dell'andata rivoluzionaria del 1848 con l'assestarsi dei paesi europei, una data fondamentale è il 1857 quando in Francia appaiono due opere eccezionali che suscitano scandali e subiscono anche dei processi. La raccolta politica Les Fleurs Du Mal (I fiori del male) di Charles Baudelaire e il romanzo di Madame Bovary du Gustave Flaubert.
Lo spirito radicalmente negativo delle nuove forme artistiche mostra molti punti in contatto con la cultura romantica, esse però non vanno considerate come un semplice prolungamento del romanticismo perché incarnano un culto dell'arte assai più distruttivo, concentrato sulla solitudine e sulla libertà dell'artista, non con i suoi legami con la comunità e con i valori nazionali.
Il termine utilizzato per definire i caratteri particolari di gran parte dell'arte della 2° metà dell'800 e ancora dell'900 è Decadentismo (evidenzia la decadenza dell'intera civiltà). Tale termine ebbe all'origine un senso negativo perché usato dai critici contro alcuni poeti che esprimevano la crisi di valori dell'ultimo '800, sconvolto dall'evoluzione dell'industria dai conflitti di classe. Questi poeti avvertivano il fallimento del sogno più ambizioso del positivismo: la presunzione che la scienza sarebbe riuscita a dare una spiegazione razionale ed esauribile al mistero della vita. La ragione ripudiata a favore delle forze oscure, da subcosciente viene rigettato lo storicismo, la vita diviene una successione di attimi e di rivelazioni improvvise.
Si ha da una parte il simbolismo e dell'altra il misticismo estetico. Dal momento che la realtà non si può conoscere (la scienza con la religione) soltanto la poesia può attingere al mistero. La poesia diviene così la più alta forza di coscienza. La parola non è più utilizzata come elemento del discorso logico ma perché la sua virtù evocativa e suggestiva viene infranta e nasce così la poesia frammentata densa di simbolismo. Il poeta non è più il vate romantico, guida e coscienza dei popoli, ma è il veggente sacerdote dell'universo.
Da questi principi sono nate molte mode letterarie. Il simbolismo francese con Baudelaire, Mallarmé e l'estetismo con Huysmans (in Italia c'era D'Annunzio), si aggiungono poi i vari miti del superuomo di Nick.
Il Decadentismo non è una corrente ma un modo di vedere dell'uomo di fronte alla realtà, non si chiude in questo periodo storico ben determinato, ma per vie sotterranee giunge fino a noi. Infatti la letteratura del '900 ripropone il problema dell'esistenza umana, la ricerca di una luce che in qualche modo riscatti l'ombra dal dolore e della morte.
In Italia vi sono tracce del Decadentismo con la scapigliatura. Il rappresentante è D'Annunzio che si riallaccia all'estetismo e che interpreta che del Decadentismo gli aspetti più plateali e il Pascoli vi aderisce intuitivamente e si allaccia al simbolismo.
Il Decadentismo fu un fenomeno europeo che si impose dagli ultimi decenni dell'800 fino al primo decennio del '900. Esso seguì una reazione alla mentalità positiva, che aveva ormai chiaramente deluso. Troppo evidenti erano le contraddizioni all'ottimismo scientifico: le gravi condizioni in cui viveva molta parte della popolazione, i conflitti di classe, le lotte imperialistiche e coloniali.
Per tale motivo presero voce tendenze opposte, più o meno, irrazionalistiche. Occorre però preavvisare che a differenza del romanticismo il decadentismo fu una reazione meno vigorosa, dai toni smorzati e fiacchi. Lo stesso termine che definì tutto quel movimento artistico spirituale è chiaramente negativo, a testimonianza di una certa stanchezza morale e non a caso si paragonò tale situazione alla decadenza dell'Impero Romano e che in effetti in tutta l'Europa la borghesia stava vivendo una profonda crisi ideale, dopo aver creato una nuova società oggettiva, storica e sociale della realtà e non volle proporsi come strumento d'affermazione di nuovi ideali civili e morali, non si risolve innanzitutto alla ragione ma all'inconscio; di conseguenza il linguaggio risulta spesso oscuro, simbolico e metaforico.
Nacque proprio in quegli anni la psicanalisi di Freud con ovvi influssi nel campo letterario. Il Decadentismo non si accontenta di un nulla scavato sotto la superficie delle cose. Questa volontà di coscienza e di appagamento prese da direzioni diverse. Da un lato vi fu l'ossessivo tema della morte e dell'oscuro mistero della realtà, indagato attraverso l'estasi, l'esaltazione, la malattia, il delirio, il sogno anche artificiosamente prodotti per mezzo di droghe e alcool: era la figura del poeta maledetto.
All'estremo opposto si affermò una sorta di sorta di vitalismo inteso come sfrenato e istintivo appagamento dei sensi, in cui erano esaltati il piacere, la forza e l'irrazionalità, era la figura dell'estetico D'Annunzio colui che spinse la propria esistenza lontano dal reale, creando sensazioni e piaceri raffinati.
In Francia le prime forme apparvero con Mallarmé che utilizzò tecniche simboliste. Più tardi Proust, facendo rivalutazioni e proprie le scoperte di Freud, indicò come scopo primo dell'arte la lotta contro il tempo passato e l'essenza delle cose andate.
Joyce inventore del monologo interiore, le cui opere si avvalsero di una profonda analisi psicologica e i cui personaggi non vivono fatti concreti, bensì sensazioni, ricordi, sentimenti.
In Italia i Decadenti furono Pascoli e D'Annunzio, entrambi erano contro il positivismo. Il primo si rifugiò con malinconia e dolore in un mondo poetico intimo e familiare fatto di piccole cose umane e naturali, è il nido che difende da un mondo esterno anonimo e ostile ed è la poetica del fanciullino che gli permette di realizzare ciò. D'Annunzio reagisce violentemente abbracciando di volta in volta miti irrazionali, ha una visione caotica, illogica e assurda. Le sue opere sono cariche di drammi esistenziali quindi costretti a capire di avere una specie di maschere, una forma con cui si adatta alla convenzione la vita, il risultato è la solitudine, l'incomunicabilità espressi nel teatro Pirandelliano.
Più tardi Svevo capace di esagerare introspezioni psicologiche da cui emerge un grigio senso di inutilità dell'esistenza. Si innestano due correnti letterarie italiane: crepuscolare e futurista.



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