Questo romanzo, pubblicato definitivamente nel 1913, non è incentrato su un solo protagonista, ma su una varietà di personaggi che concorrono a determinare un contrasto generazionale, quello tra coloro che “avevano fatto il Risorgimento” e coloro che invece lo hanno tradito nel naufragio, a un tempo, della nuova classe dirigente, dell’Italia unita e dell’utopia socialista. Il dramma storico nasce insomma dal contrasto tra la vecchia generazione risorgimentale, che aveva provato l’entusiasmo per la causa nazionale, e la nuova generazione che si è rivelata incapace di raccoglierne l’eredità politica, dimostrandosi, nel nuovo contesto dello Stato unitario, incapace di affrontare i gravi problemi sociali e lasciandosi travolgere dalla dilagante corruzione. Vi si può notare un sia pur vago richiamo a I viceré di Federico De Roberto.