Lo Statuto comunque era una legge flessibile, cioè poteva essere modificata con facilità dalle maggioranze che si formavano in parlamento. E’ infatti, man mano nel peso sociale della borghesia liberale, la camera dei deputati che ne era l’espressione politica, venne acquistando crescente autorità ed autonomia nei confronti della monarchia: ottenne ad esempio il diritto di preparare la lista dei senatori da nominare a vita e il diritto di accordare o negare la fiducia al governo, che doveva ormai rendere conto del suo operato non al re ma al parlamento.
Così la monarchia costituzionale si trasformò in una monarchia parlamentare, dato il ruolo determinante che acquistò il parlamento nella vita politica del paese. Lo stato liberale poi raggiunse la piena maturità nell'età giolittiana, agli inizi del Novecento, ma entrò in crisi durante la prima guerra mondiale, quando il potere si concentrò nelle mani del governo e le garanzia costituzionali furono rigorosamente limitate per impedire disfattisti di pregiudicare la mobilitazione generale della nazione.
Così la monarchia costituzionale si trasformò in una monarchia parlamentare, dato il ruolo determinante che acquistò il parlamento nella vita politica del paese. Lo stato liberale poi raggiunse la piena maturità nell'età giolittiana, agli inizi del Novecento, ma entrò in crisi durante la prima guerra mondiale, quando il potere si concentrò nelle mani del governo e le garanzia costituzionali furono rigorosamente limitate per impedire disfattisti di pregiudicare la mobilitazione generale della nazione.