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Tema sulla Disoccupazione e sulla Crisi Economica

Una delle conseguenze più preoccupanti della crisi economica che caratterizza attualmente l’economia di tutti i paesi industrializzati, è l’incremento della disoccupazione.

La crescente disoccupazione è uno dei fenomeni più gravi di questi ultimi anni: ogni giorno leggiamo sui giornali di industrie in difficoltà nel nostro paese e, in genere, negli altri paesi industrializzati. Leggiamo di industrie che sono costrette a licenziare e di sempre maggiori difficoltà, per i giovani di trovare un posto di lavoro. La causa della disoccupazione nei paese dell’Europa occidentale è senza alcun dubbio la crisi economica. La disoccupazione se contenuta entro certi limiti è addirittura funzionale nel sistema economico, in quanto consente quel margine di flessibilità indispensabile all'apparato industriale; ma se la disoccupazione aumenta in modo evidente può creare forti tensioni sociali ed i soldi che potrebbero essere investiti verranno utilizzati per il sussidio, per consentire la sopravvivenza a chi ne ha bisogno. Se la disoccupazione diventa di un livello bassissimo, ovvero sotto al 3-4% ciò comporterebbe l’aumento vertiginoso dei salari e come diceva lo stesso Marx grazie ai disoccupati ci possiamo permettere salari bassi.
Mettere fine alla disoccupazione è una cosa alquanto impossibile perché se in un area grazie all'industrializzazione non c’è disoccupazione significa che in altre aree anche a causa di emigrazioni il lavoro tenderà a mancare, per esempio il divario che c’è da sempre stato tra Nord e Sud.
La disoccupazione non è una cosa bella perché provoca angoscia, frustrazione ed emarginazione perché la società tende ad accantonare chi non ha un lavoro e lo considera uno sconfitto; anche la stessa persona si sente un vinto perché il lavoro è una cosa che ci fa sentire fieri, il non averlo è un offesa alla nostra dignità.
In passato la media della disoccupazione italiana era del 12% con punte del 30%, nel 2012 e nel 2012 la disoccupazione ha toccato il 40%. Il problema della disoccupazione anche se colpisce tutte le generazioni di persone è più allarmante verso chi deve iniziare a fare la sua prima esperienza lavorativa: i giovani. Una volta il problema era rivolto ai paesi del Sud, adesso invece anche e, soprattutto, le aziende del nord stanno chiudendo velocemente, si parla di 1000 aziende (di qualsiasi categoria) che chiudono ogni giorno. Chiudono magari trasferendosi verso l’estero e continuare la loro impresa fuori da un paese che è convinto che mettendo tasse è possibile bilanciare il debito pubblico. Il problema sembrerebbe molto facile da risolvere, ovvero se venissero aiutate in modo concreto tutte le persone che volessero creare una propria impresa il problema della disoccupazione finirebbe in meno di un anno e l’handicap economico nei confronti di America e Germania sarebbe risanato molto più rapidamente ed invece con le leggi attuali, sbagliate ed anche inutili pare che stiano organizzando proprio l’opposto, sembra che l’Italia, in particolare, perché ci viviamo noi, sia caduta in un buco dove non se ne può uscire fuori ma che invece col tempo diventa sempre più profondo.
Stando a quanto riportano i sondaggi un debito di 2.000.000 di euro può essere risanato di questo passo fra 1900 anni. Siccome io non credo che gli stati europei stiano a guardare mi sembra molto probabile che di questo passo ci caccino fuori dall'Europa  perché non ha molto senso tenere un parassita che è il vero soprannome che si può dare all'Italia di oggi, anche se secondo me dietro alla permanenza dell’Italia vicino le grandi d’Europa sia dovuto al girovagare delle mazzette in politica, basti pensare che i primi ad essere scoperti ladri di soldi pubblici non sono altro che i tesorieri dei partiti, cioè coloro che gestiscono i soldi, poi le stesse banche… e questo è quello che sappiamo, grazie alla tv, che tra l’altro dice quello che vuole che noi dobbiamo sapere.
In realtà, perché ci sia un'inversione di tendenza, sarebbe necessario imboccare un’altra strada, che non è quella dell’aumento della produttività a tutti i costi e dell’abbattimento del costo per unità di prodotto. E’ certamente da tutti i paesi industriali, altrimenti si creerebbero soltanto pericolosi squilibri e distorsioni. Questa strada, l’unica che consentirebbe realmente di trovare un rimedio alla crescente disoccupazione, è la strada della riduzione generalizzata dell’orario di lavoro, come dice un famoso slogan: lavorare tutti, lavorare meno. In questo modo, si creerebbero maggiori opportunità d’impiego e di lavoro ed anche i sistemi automatizzati e robotizzati, che oggi vengono massicciamente introdotti nella produzione, consentirebbero a tutti di avere lo stesso tempo-lavoro. Altre iniziative sarebbero solamente delle scorciatoie, come ad esempio, il salario d’ingresso, per giovani, più basso del 10% 20% o il non pagare le tasse per chi assume giovani per 5 anni di cui si sta parlando, non farebbe altro che favorire i licenziamenti dei lavoratori più anziani per sostituirli con i giovani che costerebbero meno, ma, come si può facilmente intuire, senza alcun beneficio sui livelli occupazionali complessivi, difatti l’anziano solitamente ha una famiglia da sfamare rispetto al giovane, ed il giovane che deve iniziare ad acquistarsi l’auto o la casa con meno soldi di un normale lavoratore non riuscirà mai a raggiungere i suoi scopi lavorando onestamente, e così come conseguenza alla disoccupazione ci troveremo di fronte alla criminalità.



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