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Commento: Mastro don Gesualdo, Verga

di Giovanni Verga
Commento:

Il romanzo Mastro don Gesualdo, nell'ispirarsi al mito della “roba”, che costringe a una desolata solitudine e a un aridamento spirituale chi ne resta abbagliato, evidenzia la lotta per la vita di chi è mosso dall'ambizione di tentare il salto di classe, non solo per il desiderio di migliorare le proprie condizioni di vita, ma anche per poter meglio salvaguardare il frutto del proprio duro lavoro. E’ il caso di Gesualdo, un muratore che, a costo di rinunce e sacrifici, è riuscito ad arricchirsi, diventando proprietario di molti terreni, tanto che, ambizioso di fare il salto nella classe della nobiltà, sposa una nobildonna, Bianca Trao, disposta a questo matrimonio per un errore di gioventù. Ma mastro Gesualdo, diventato “don”, è condannato a una condizione penosa di solitudine e di esclusione viene disprezzato dai nobili, che lo considerano un intruso, anche pericoloso per le disponibilità economiche di cui gode, e, all'interno della sua stessa famiglia, è emarginato sia dalla moglie, che non gli perdona l’origine plebea, sia dalla figlia, Isabella, che del resto non è neppure sua e che poi si sposa con un nobile spiantato che sperpera il patrimonio così faticosamente accumulato.



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