Temi svolti: Il lavoro clandestino: una vergognosa beffa alla dignità umana.
Un aspetto caratteristico della società attuale è rappresentato dal lavoro clandestino, presente nel nostro come negli altri Paesi del mondo: un fenomeno preoccupante e ben più grave di quanto si possa sembrare a primo acchito.Sappiamo, infatti, di numerosissimi casi di giovani che, nell'impossibilità di ottenere un’occupazione lavorativa, sono costretti ad accontentarsi di attività contrastanti con la legge, esercitando il cosiddetto lavoro nero, un lavoro senz'altro a rischio e per giunta mal retribuito.
Sono poi numerosissimi i ragazzi minorenni che esplicano attività lavorative, generalmente umili: un lavoro abusivo, soggetto all'infame consuetudine (specie nel nostro Mezzogiorno) dello sfruttamento di poveri diavoli volenterosi soltanto di portare un certo aiuto alla famiglia bisognosa e piena di mille problemi esistenziali (si tratta spesso di figli di famiglie numerose). Spesso si tratta di ragazzi falliti nell'ambito scolastico e quindi in cerca di una rivalsa morale oltre che economica: un facile ripiego per dire basta all'aggravio riluttante dello studio da essi rifiutato e spesso odiato.
Di questi sfortunati ragazzi si è fatta una statistica approssimativa che si aggira nel nostro Paese intorno alle novecento mila unità. SI tratta di attività clandestina svolta nel settore del mercato, dell’edilizia, delle officine meccaniche o artigianali.
E’ comunque uno spettacolo veramente triste e pietoso che non fa certo onore al nostro Paese che reclama sempre il proprio diritto di popolo civile. E aggiungerei anche abominevole, se tale lavoro è svolto (come spesso accade) con una sorta di tacito assenso delle due parti.
I mass media tornano continuamente a battere e ribattere su questo tema, ponendo in rilievo tutta la gravità del problema e intervistando assai spesso gli stessi protagonisti. Del resto, la presenza di minori che lavorano anche per le strade o nelle piazze non può sfuggire a nessuno (sono fatti all'ordine del giorno), cos’ come non può sfuggire ad alcuno il nesso che lega il lavoro minorile alla delinquenza.
A ben riflettere, dunque, si tratta di un meccanismo tanto perverso quanto pericoloso, che nel medio o lungo termine si ritorce contro la stessa società, contro noi stessi spettatori, ahimè spesso non preoccupati, di tanto sconcertante fenomeno.
Pertanto, è di estrema urgenza assumere adeguati provvedimenti da ogni atteggiamento indulgente nei riguardi di situazioni anomale. Né bisogna dare credito a quanti moltissimi vanno dicendo, con simili espressioni: “E’ proprio l’occupazione lavorativa che salva tanti ragazzi dalla strada e quindi dal contatto con le delinquenza”.
Ed ora andiamo a trattare un argomento non meno inquietante, che riguarda il lavoro di tanti extra-comunitari occupati in diversi Paesi e più forse nel nostro, notoriamente ospitale in tema di stranieri e di rifugiati.
Intanto, se da un lato la loro manodopera a basso costo, o meglio dire il loro sfruttamento, conviene ai datori di lavoro, dall'altro lato non sembra che tali prestazioni arrechino un consistente giovamento all'economia generale del Paese, giacché sono parecchi i problemi che creano alla comunità di accoglienza, problemi che dovrebbero essere risolti in tempi rapidi. Insomma, si tratta di offrire a tutti questi giovani extra-comunitari assistenza dignitosa e completa, al fine di poterli integrare convenientemente e legalmente nella nostra comunità nazionale.
E’ un problema non certamente facile, che va esaminato con attenzione, come del resto ha cominciato a fece il governo con la legge Martelli, che d'altronde ha trovato anch'essa gli inevitabili inciampi e le critiche degli impenitenti avversari in odore di razzismo, o per lo meno di inospitalità.