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Compositori della Musica Classica

Tre grandi compositori: Haydn, Mozart, Beethoven

Haydn è il primo grande compositore classico

L’opera di Franz Joseph Haydn (Rohrau 1732 – Vienna 1809) testimonia il passaggio dalla musica barocca a quella classica. Nelle prime opere prevale il cosiddetto stile galante, leggero e gradevole, tipico del tardo barocco, benché caratterizzato da una maggiore semplicità e chiarezza.
Nelle ultime opere invece Haydn perfeziona la forma-sonata, arricchisce l’orchestra e punta non solo sulla chiarezza e sulla semplicità, ma soprattutto sulla razionalità delle strutture musicali.
Haydn, che fu anche autore di composizioni vocali, si distingueva soprattutto per la sua ricca produzione strumentale; all’interno di questa spiccano i quartetti, composizioni per quattro strumenti che Haydn portò a un tal livello di perfezione stilistica da costruire un punto di riferimento per grandi musicisti venuti dopo di lui.

Mozart porta a livelli di perfezione il linguaggio musicale del suo tempo

Wolfgang Amadeus Mozart (Salisburgo 1756 – Vienna 1791) non trascurò nessuno dei generi musicali del suo tempo, sia nella musica strumentale che in quella vocale. In soli trentacinque anni di vita egli fu autore di oltre 600 composizioni tra sonate, quartetti, concerti, sinfonie, divertimenti, messe. Inoltre scrisse moltissimo anche per il melodramma. Tra le opere più famose vi sono le tre composte su libretti dell’italiano Lorenzo da Ponte: Le nozze di Figaro, Don Giovanni e Così fan tutte e, su libretto in tedesco, Il flauto magico.
Mozart è una delle figure più stupefacenti di tutta la storia della musica sia per il suo genio precoce e per la sua ricchissima produzione, sia per gli straordinari risultati raggiunti.
Egli non introdusse particolari novità ma seppe portare tutti gli elementi che caratterizzavano il linguaggio musicale della sua epoca a livelli di grande equilibrio e perfezione, emergendo molto al di sopra dei musicisti suoi contemporanei.
Dopo di lui si apre per la storia della musica un'epoca nuova.

Beethoven ha una concezione della musica che anticipa quella romantica

Sino alla fine del Settecento la musica sembrava un'arte meno importante della pittura e della letteratura, perché la letteratura e la pittura possono rappresentare la realtà con una chiarezza e con una precisione che piacevano molto agli illuministi; inoltre, la musica era ritenuta un semplice accompagnamento alle parole del testo poetico o del testo sacro.
Ludwing van Beethoven (Bonn 1770 – Vienna 1827) invece considerava la musica superiore alle altre parti proprio perché, non essendo chiaro il suo contenuto, permetteva all’ascoltatore di vagare con l’immaginazione e al compositore di mettere nell’opera i propri sentimenti e le proprie emozioni. Per questi aspetti Beethoven anticipa la concezione romantica della musica.
Per queste ragioni inoltre Beethoven preferì la musica strumentale a quella vocale. Scrisse una sola opera e una sola messa, dedicandosi soprattutto alle sonate, ai quartetti, ai concerti e alle sinfonie.

Beethoven è un musicista sperimentale

Beethoven fu un musicista sperimentale: mentre infatti le prime opere sono molto simili a quelle di Mozart e soprattutto di Haydn, nelle ultime egli non rispetta più le regole della forma classica (forma-sonata) e punta tutto sull’originalità dell’opera.
In alcuni casi il compositore spinge la sua ricerca fino al punto di non rispettare neppure lo strumento che aveva a disposizione. Nelle ultime sonate per pianoforte, per esempio, Beethoven utilizza il pianoforte come strumento a percussione, inserendo molti accordi ribattuti e molti suoni sforzati.

Le sinfonie di Beethoven vogliono trasmettere un messaggio a tutti gli uomini

Haydn aveva scritto oltre cento sinfonie, Mozart più di quaranta: Beethoven invece ne scrisse solo nove. Perché? Il fatto è che per Haydn e per Mozart la sinfonia era semplicemente una bella musica, mentre per Beethoven essa doveva contenere un messaggio indirizzato a tutti gli uomini, e soprattutto ai vinti, ai diseredati, agli infelici.
Ecco quindi che ogni sinfonia diventa un'opera che richiede anni di preparazione, di ripensamenti, di modifiche; ed ecco perché, in confronto a quelle di Haydn e di Mozart, le sinfonie di Beethoven hanno un carattere tanto più grandioso e solenne.
In particolare bisogna ricordare la Terza sinfonia, dedicata dapprima a Napoleone, e poi più genericamente a "un eroe"; la celebre Quinta sinfonia, senza dubbio la più famosa; la Sesta Sinfonia detta "Pastorale" e l'ultima, la Nona sinfonia, in cui l'ansia di comunicazione spinge Beethoven a inserire nell'ultimo movimento un coro e dei solisti che cantano le parole dell'inno alla gioia del poeta Friedrich Schiller.



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