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Riassunto Storia della Cina

Riassunto di storia:

Dal 1644 sedevano al trono imperatori dalla dinastia Qing provenienti dalla Manciuria che erano considerati quasi degli stranieri dalla tradizione nazionale. A partire dal 1800 aveva subito lo sfruttamento di Inghilterra, Francia, Russia, Giappone, Usa, e Germania. Tutti questi Paesi erano riusciti a ottenere per sé una zona di influenza, cioè territori che, pur continuando ad essere sottoposti al governo di Pechino, erano assoggettati agli interessi economici della potenza straniera che li controllava.
La Cina non era al passo con i tempo e di ciò se ne resero conto molti intellettuali che visitarono l'Europa. Sun Vat Sen che aveva assistito dalla cultura europea la necessità dello sviluppo economico e dell'industrializzazione e l'idea della democrazia, organizzò numerose rivolte nel paese che nel 1911 culminarono con la proclamazione della repubblica e la sua nomina a presidente.

L'alleanza fra comunisti e nazionalisti

Sub ebbe vita breve come presidente e il potere passò nelle mani dell'esercito diviso in vari distretti amministrati da generali in maniera autonoma.
Questi signori della guerra si comportavano da padroni nei territori che amministravano e dietro ad ognuno di essi stava una potenza straniera che finanziava il generale in cambio di vantaggi economici.
Nel 1919 fecero la loro prima comparsa alcuni intellettuali marxisti che fondarono il Partito comunista cinese riconosciuto dalla III internazionale che impose loro di allearsi al Kuomintang, il partito nazionalista fondato lo stesso anno da Sun. La Russia fornì sostegno militare e organizzativo al Kuomintang in modo da poter attaccare i signori della guerra al fine di riunificare il paese e allontanare le potenze straniere.

La lotta politico sociale degli anni '20

Alla morte di Sun la guida del Kuomintang fu tesa da Chiang Kai Scek comandante dell'esercito nazionalista finanziato dai russi e questo esercito da Canton lanciò una grande offensiva verso Nord contro i signori della guerra.
La campagna ebbe successo e Chiang Kai Scek decise di rompere l'alleanza con la Russia arrestando sindacalisti e militari comunisti. Per il Partito comunista fu un colpo durissimo perché pose fine alla sua possanza nelle città.
Ma in quegli stessi anni un gruppo di intellettuali marxisti aveva condotto una capillare promozione della involuzione comunista nelle campagne tra i contadini. Tra essi c'era Mao Tse Tung che gradualmente elaborò una propria strategia politica e militare.
I dirigenti comunisti credevano che la sola forza rivoluzionaria in grado di modificare la società cinese fosse il proletariato delle città. Mao invece forse fin dall'inizio i contadini al centro della propria strategia.
Egli partiva dalla constatazione che le varie regioni della Cina erano controllate militarmente o dai signori della guerra o dall'esercito di Chiang Kai Shek e che quindi la rivoluzione comunista in Cina doveva farsi sul loro medesimo terreno: la guerra; occorreva quindi avere un esercito rosso e conquistare una regione per volta.

La lunga marcia

Partendo da ciò Mao riuscì a costituire un piccolo territorio comunista e da l partirono le azioni dei guerriglieri che colpivano i proprietari terrieri più ricchi e ridistribuivano la Serra ai contadini poveri. Così cominciò a controllare un vasto territorio a Sud preoccupando Chiang Kai Shek che decise di attaccare con ingenti forze le truppe comuniste assediandole con una fitta rete di fortificazioni in cemento, ma l'accerchiamento nazionalista fu infranto 100 000 guerriglieri comunisti riuscirono a scappare e Mao decise di intraprendere la lunga marcia cioè di trasferire tutte le forze comuniste rimaste nel Nord del paese verso la Grande muraglia.
L'obiettivo era di combattere contro l'esercito giapponese che stava invadendo la Cina settentrionale. I comunisti si presentavano alle popolazioni contadine come l'unica salvaguardia della loro indipendenza. Nel 1937 l'esercito giapponese attaccò in forze in tutto il territorio cinese con l'obiettivo di conquistarlo; di fronte a ciò Chiang Kai Shek fu costretto a stipulare una tregua con i comunisti per combattere contro lo stesso nemico.

La vittoria dei comunisti e la guerra di Corea

La tregua durò fino al momento in cui i giapponesi si arresero e nel '47 riprese lo scontro con il Kuamintang quando l'esercito nazionalista, appoggiato dagli USA, cercò di penetrare nelle regioni controllate dai comunisti. Ogni offensiva fu respinta e fa quel momento i comunisti occuparono tutte le città della Cina.
Nel 1949 Mao proclamò la nascita della Repubblica Popolare Cinese. Gli Usa non riconobbero il nuovo governo e la Russia invece diede il suo sostegno.
Al centro della vita politica stava la dittatura del proletariato guidato da P.C. e impegnato a sconfiggere con ogni mezzo ogni tentativo di controrivoluzione.
In politica estera il legame fra Cina e URSS fu di stretta collaborazione e la crisi più grave esplose nel '50 quando l'esercito del regime comunista sorto in Corea del Nord. Invase la Corea del Sud sotto il controllo americano. Mao utilizzò questa situazione per ottenere da Stalin tecnologia e armamenti perché prometteva di tenere impegnati migliaia di soldati americani per lungo tempo e ciò permetteva a Stalin di assumere in Europa atteggiamenti provocatori come il blocco di Berlino.
La guerra di Corea fu l'unico scontro armato fra i due blocchi creatisi dopo la II guerra mondiale (l'unico episodio caldo della guerra fredda).
Gli USA si preoccuparono subito di ottenere dall'ONU il permesso di intervenire militarmente, i sovietici da 6 mesi non partecipavano alla seduta dell'ONU per protesta perché non avevano sostituito il delegato nazionalista cinese con quello della Cina comunista. Subito dopo gli USA intervennero in Corea allontanando i comunisti dalla zona invase e nel '53 stipularono un armistizio. Negli stessi anni il regime comunista in Cina cominciò le prime radicali modifiche sociali.
Nel 1950 si procedeva alla riforma agraria. I contadini (circa 300 militari) poveri beneficiarono della ridistribuzione delle terre.



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