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L'Imperatore Costantino Il Grande

Costantino e la nuova fisionomia dell’impero
Dopo l’abdicazione di Diocleziano e Massimiano, l’impero attraversò una fase di instabilità. Costantino salì al potere nella parte occidentale dell’impero e Licinio nella parte orientale. A partire del 324 d.C. Costantino riunì tutto il potere e diede inizio a una nuova dinastia, ma prese ufficialmente il potere dopo aver sconfitto Massenzio nel 312 d.C. . Nel 313 d.C. Costantino concesse la libertà di culto ai cristiani (editto di Milano), promulgò una serie di leggi in loro favore e infine si convertì egli stesso. Costantino si pose come tutore della religione cristiana e agì come erede della tradizione romana, nella quale la somma autorità religiosa, il pontifex maximus. La dottrina ariana venne ritenuta un’eresia e dunque sconfessata in seguito al concilio di Nicea del 325 d.C. . Riorganizzò l’esercito introducendo un gran numero di barbari e nel 330 d.C. instituisce la nuova capitale dell’impero, Costantinopoli.

La dinastia di Costantino
Alla sua morte nel 337 d.C. , i tre figli (Costantino II, Costante e Costanzo) lottano per il potere, che infine rimane solo a Costanzo. In quel periodo furono Milano e Costantinopoli le capitali dell’impero (occidentale e orientale). Costanzo scelse come suo successero un cugino, Giuliano. Si rivelò un abile generale e in seguito venne proclamato imperatore dalle sue truppe. Costanzo morì e tutto il potere lo prese Giuliano. Giuliano fu chiamato dai cristiani l’Apostata (disertore) perché voleva rinstaurare il paganesimo. In seguito scrisse egli stesso un’opera contro il cristianesimo, intitolata “Contro i Galilei”. Nel tentativo di suscitare consenso alla propria politica, Giuliano muove guerra all’impero persiano ma viene ucciso in battaglia.

Il regno di Teodosio
Attorno al 375 d.C. i goti dell’ovest, i visigoti, si mossero verso i confini del Danubio, chiesero di essere ammessi nel territorio dell’impero. In quell’epoca l’impero era diviso tra due sovrani: Graziano (occidente) e Valente (oriente). Quest’ultimo difronte alle richieste dei visigoti, consentì loro di stanziarsi entro i confini dell’impero, ma presto si giunse a un conflitto. Valente decise di affrontarli con le truppe radunate a Costantinopoli. Ma nel 378 d.C. ad Adrianopoli i visigoti annientarono l’esercito romano e tentarono persino l’assolto a Costantinopoli. Di fronte alla gravità della situazione, sul trono di Costantinopoli fu posto un generale di origine spagnola, Teodioso. Cercò un accordo con i visigoti, stipulando la pace e stanziarli nelle province danubiane come alleati dell’impero. Teodosio e Graziano regnarono insieme per alcuni anni e nel 380 d.C. pubblicarono l’editto di Tessalonica, con cui venivano colpiti i culti pagani e il cristianesimo diventa l’unica religione ammessa nell’impero.
Alla morte di Teodosio il potere fu diviso tra i suoi figli (Arcadio ad oriente e Onerio a occidente).
Questi portarono l’impero ad una crisi perché loro erano delle nullità e il vero capo era Stilicone, il quale sconfisse Alarico, re dei visigoti, in Piemonte (402 d.C.) e i Germani a Fiesole (406 d.C.).
Nel 408 d.C. fu accusato di appoggiare goti e fu condannato a morte.
Nel 410 d.C. Alarico saccheggiò Roma e Ataulfo divenne il re di un regno barbarico sul territorio dell’impero, con capitale Tolosa.
Nel 429 d.C. i vandali, sotto la guida del re Genserico, si diedero una organizzazione statale, conquistarono Cartagine e parte del Mediterraneo occidentale.
Nel 430 d.C. l’impero fu attaccato dagli Unni (nomadi delle steppe asiatiche). Essi possedevano un terribile esercito comandato da Attila col quale assalirono prima l’oriente e poi l’occidente.
Ezio, un nobile di origine gallica e ultimo abile generale dell’impero d’occidente, fece un’alleanza con i visigoti per sconfiggere Attila (454 d.C.).
Ezio deteneva il potere effettivo in occidente, ma fu ucciso da Valentiniano III, erede di Teodosio, ma nel 455 d.C. Valentiniano fu a sua volta ucciso e ci fu un vuoto di potere. I vandali assalirono Roma e la saccheggiarono per 14 giorni. Nel 476 d.C. Romolo Augustolo, deposto da Odoacre, capo delle milizie barbariche d’occidente, si sottomise a Zenone, imperatore d’oriente.
L’impero romano d’occidente si estinse.



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