Pubblicato nel 1947, il Diario d'Algeria è uno dei testi fondamentali della poesia italiana contemporanea. Il libro è suddiviso in tre sezioni. La prima è dedicata alle esperienze di guerra precedenti la cattura del poeta, in particolare alla campagna di Grecia. La seconda parte, comprendente 12 liriche, è il vero e proprio diario della prigionia in Algeria, presso Orano. La terza, intitolata Il mal d'Africa, raccoglie altri testi legati all'esperienza della guerra e della prigionia.
Il sentimento dominante nell'opera è quello della lontananza da tutto: una segregazione di cui il poeta (morto alla guerra e alla pace) soffriva profondamente; tra l'altro egli patì moltissimo di non poter partecipare alla Resistenza. Accanto al rimpianto per la giovinezza perduta e per la cocente sconfitta esistenziale, si precisa, lirica dopo lirica, il grande tema di Sereni: quello dell'identità minacciata, dell'insicurezza, della crisi esistenziale originata dalle ferite della storia. La crisi vorrebbe risolversi nella poesia, ma il tentativo di rimarginare la ferita non riesce: il poeta proclama di essere incompleto per sempre.
Il sentimento dominante nell'opera è quello della lontananza da tutto: una segregazione di cui il poeta (morto alla guerra e alla pace) soffriva profondamente; tra l'altro egli patì moltissimo di non poter partecipare alla Resistenza. Accanto al rimpianto per la giovinezza perduta e per la cocente sconfitta esistenziale, si precisa, lirica dopo lirica, il grande tema di Sereni: quello dell'identità minacciata, dell'insicurezza, della crisi esistenziale originata dalle ferite della storia. La crisi vorrebbe risolversi nella poesia, ma il tentativo di rimarginare la ferita non riesce: il poeta proclama di essere incompleto per sempre.