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Delitto e Castigo Capitolo VII

Delitto e fuga, da Delitto e castigo, parte I, capitolo 7
E' un momento cruciale del romanzo: ci troviamo nella casa di Aljona Ivanovna, pochi momenti dopo che Raskol' nikov l'ha uccisa con tre colpi di scure al capo. Davanti a lui sta per presentarsi Lizavjeta, l'anziana sorella dell'uccisa.

Temi: l'incapacità di governare gli eventi, terrore, smarrimento e angoscia dopo il delitto.
Anno: 1866.

Analisi del testo
Possiamo distinguere nel testo tre sequenze e un breve epilogo:

  1. In casa della Ivanovna: (dopo l'uccisione di Aljona) comparsa e uccisione della sorella Lizavjeta;  Raskol' nikov cancella le tracce dei due delitti; la porta rimane però, imprevedibilmente, aperta.
  2. Dietro l'uscio: salita per le scale e arrivo del misterioso visitatore nella casa delle due vecchie.
  3. Fuga di  Raskol' nikov: sulle scale del condominio; in strada, mescolato alla folla.
  4. Epilogo: (in casa di  Raskol' nikov): pensieri sconnessi e rimorso.
Nessun sentimento (odio, amore, pietà) ha guidato o frenato la mano dell'assassinio: il suo è un delitto puro. Nessuno ha visto, il bottino è a portata di mano, ma un'inquietudine febbrile si è impossessata di lui. Ecco profilarsi sulla soglia una figura inaspettata: la sorella dell'uccisa. Meccanicamente Raskol' nikov uccide anche lei, con trasognata precisione, nel tempo rallentato degli incubi.

Poi però l'omicida non trova il momento propizio per scappare. E allora, in un crescendo di tensione, tutto si stringe dietro la strettissima prospettiva di un uscio socchiuso: quella porta diviene la fonte di ogni angoscia. Il ritmo bloccato della fuga desiderata e impossibile, i passi e le voci minacciose degli sconosciuti, infine l'imprevisto scioglimento finale.
Verrà quindi la notte, con i frammenti di certi pensieri...:
un delirio abitato dalle creature degli spaventi notturni, uscite come per un maligno sortilegio dalla nostra anima. L'ossessione, lo indoviniamo, ricomincerà all'indomani.
Dostoevskij narra i fatti non da fuori, ma da dentro i personaggi, per come appaiono alla loro coscienza, sempre più turbata. Quest'ottica narrativa risalta, per esempio, alle righe 82-92: qui il narratore riferisce l'arrivo del misterioso visitatore e l'ansia febbrile con cui Raskol' nikov segue il suo avvicinarsi, infarcita di domande (Perché? Perché?), esclamazioni (Veniva proprio lì!), segnali di discorso indiretto libero (Ecco: quello era già arrivato al primo piano, saliva ancora: lo si sentiva in modo sempre più distinto!). Il narratore, se volesse, potrebbe sciogliere l'enigma, svelare al lettore cosa sta accadendo; ma Dostoevskij ha scelto l'ottica interna. Il risultato è un effetto di suspense: il lettore sa solo quel poco che Raskol' nikov pò indovinare. In tal modo chi legge è più coinvolto nella situazione del personaggio, s'immedesima con lui.



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