di Joris Karl Huysmans
Riassunto:
Jean Des Esseintes è l'ultimo discendente di una famiglia aristocratica, avviata a decadenza per i numerosi matrimoni tra consanguinei e per le tare generate da questa abitudine. E' un esile giovanotto di trent'anni, anemico e nervoso, dalle gote scavate, gli occhi di un azzurro freddo di acciaio le mani secche e gracili. Dopo essere stato educato in un collegio cattolico e dopo avere perduti entrambi i genitori a soli diciassette anni, il protagonista ha vissuto esperienze diverse, tra letture e fantasticherie, amici gaudenti e amori, perennemente inquieto.
Quindi, insoddisfatto della sua vita mondana e brillante, deluso dalla volgarità di un mondo sempre più dominato dal denaro, decide di vendere il castello di famiglia e di vivere il resto della propria vita in solitudine, in una casa da lui trasformata in un vero e proprio tempio della bellezza.
A lungo andare, però, l'isolamento sociale, il continuo riandare al passato, la sostituzione di condizioni artificiali a quelle naturali provocano in Des Essenties una grave nevrosi. Per curarsi egli deve abbandonare il suo rifugio di FDontenay aux Roses e trasferirsi a Parigi. All'atto della partenza egli invoca la fede religiosa quale rimedio utile a recuperare una speranza di vita che ha ormai smarrito.
I capitoli del libro costituiscono altrettante tappe della spasmodica ricerca della perfezione da parte del protagonista. Ciascuno di essi riguarda, di volta in volta, un certo tipo di oggetto: le pietre preziose, i profumi, i fiori, i mobili, gli autori più amati (i latini Petronio e Apuleio, qualche romanziere contemporaneo, come Faubert e Zola, soprattutto i poeti maledetti: Baudelaire e Verlaine).
In tal modo Controcorrente finisce per assomigliare, più che a un romanzo, a una serie di estesa dichiarazione di poetica. Incontriamo anche numerose dichiarazioni d'amore per la civiltà romana nel momento della sua fine: il fascino della decadenza attira irresistibilmente Des Essenties, avvinto dai segni di morte di una civiltà in disgregazione.
Analisi A Ritroso Capitolo II
Il testo chiarisce bene quale sia il rapporto che Des Esseintes stabilisce con la realtà. Per noia e sazietà egli ha abbandonato Parigi, cercando nell'assoluto isolamento, nel rigido silenzio da convento di clausura, una diversa ragione di vita. Adesso, nella sua casa di Fontenay, abolita la realtà quotidiana, egli si sforza di dare luogo a un mondo irreale, o meglio artificiale, in cui la fantasia può facilmente supplire alla volgare realtà dei fatti.
Siamo davanti a un processo di sostituzione, di astrazione. La natura viene rimpiazzata dalla cultura, cioè dalla volontà e dall'intelligenza dell'individuo superiore.
La Natura (questa eterna rimbambita), infatti, non può competere con il raffinato intellettuale decadente. Quasi fosse un nuovo Dio, egli è in grado di superarla nelle sue creazioni. Può con le sue macchine artificiose, procurarsi sensazioni naturali senza che la Natura sia più necessaria, o sensazioni di viaggio senza muoversi da casa.
Per Des Esseintes, e per il suo autore, la fantasia conta più della realtà; contano solo il gioco e l'artificio, con i quali ritrovare il piacere, tutto intellettuale, di confondere ciò che è vero e ciò che è falso, esattamente come neppure il buongustaio riesce più a cogliere la differenza tra i vini di marca e quelli fabbricati... secondo il metodo Pasteur. Il sogno della realtà diviene così la vera e più alta forma di realtà. Per raggiungere tale condizione, il personaggio deve passare attraverso una sorta di allucinazione, termine che indica il carattere malato e innaturale di questa esperienza.
Riassunto:
Jean Des Esseintes è l'ultimo discendente di una famiglia aristocratica, avviata a decadenza per i numerosi matrimoni tra consanguinei e per le tare generate da questa abitudine. E' un esile giovanotto di trent'anni, anemico e nervoso, dalle gote scavate, gli occhi di un azzurro freddo di acciaio le mani secche e gracili. Dopo essere stato educato in un collegio cattolico e dopo avere perduti entrambi i genitori a soli diciassette anni, il protagonista ha vissuto esperienze diverse, tra letture e fantasticherie, amici gaudenti e amori, perennemente inquieto.
Quindi, insoddisfatto della sua vita mondana e brillante, deluso dalla volgarità di un mondo sempre più dominato dal denaro, decide di vendere il castello di famiglia e di vivere il resto della propria vita in solitudine, in una casa da lui trasformata in un vero e proprio tempio della bellezza.
A lungo andare, però, l'isolamento sociale, il continuo riandare al passato, la sostituzione di condizioni artificiali a quelle naturali provocano in Des Essenties una grave nevrosi. Per curarsi egli deve abbandonare il suo rifugio di FDontenay aux Roses e trasferirsi a Parigi. All'atto della partenza egli invoca la fede religiosa quale rimedio utile a recuperare una speranza di vita che ha ormai smarrito.
I capitoli del libro costituiscono altrettante tappe della spasmodica ricerca della perfezione da parte del protagonista. Ciascuno di essi riguarda, di volta in volta, un certo tipo di oggetto: le pietre preziose, i profumi, i fiori, i mobili, gli autori più amati (i latini Petronio e Apuleio, qualche romanziere contemporaneo, come Faubert e Zola, soprattutto i poeti maledetti: Baudelaire e Verlaine).
In tal modo Controcorrente finisce per assomigliare, più che a un romanzo, a una serie di estesa dichiarazione di poetica. Incontriamo anche numerose dichiarazioni d'amore per la civiltà romana nel momento della sua fine: il fascino della decadenza attira irresistibilmente Des Essenties, avvinto dai segni di morte di una civiltà in disgregazione.
Analisi A Ritroso Capitolo II
Il testo chiarisce bene quale sia il rapporto che Des Esseintes stabilisce con la realtà. Per noia e sazietà egli ha abbandonato Parigi, cercando nell'assoluto isolamento, nel rigido silenzio da convento di clausura, una diversa ragione di vita. Adesso, nella sua casa di Fontenay, abolita la realtà quotidiana, egli si sforza di dare luogo a un mondo irreale, o meglio artificiale, in cui la fantasia può facilmente supplire alla volgare realtà dei fatti.
Siamo davanti a un processo di sostituzione, di astrazione. La natura viene rimpiazzata dalla cultura, cioè dalla volontà e dall'intelligenza dell'individuo superiore.
La Natura (questa eterna rimbambita), infatti, non può competere con il raffinato intellettuale decadente. Quasi fosse un nuovo Dio, egli è in grado di superarla nelle sue creazioni. Può con le sue macchine artificiose, procurarsi sensazioni naturali senza che la Natura sia più necessaria, o sensazioni di viaggio senza muoversi da casa.
Per Des Esseintes, e per il suo autore, la fantasia conta più della realtà; contano solo il gioco e l'artificio, con i quali ritrovare il piacere, tutto intellettuale, di confondere ciò che è vero e ciò che è falso, esattamente come neppure il buongustaio riesce più a cogliere la differenza tra i vini di marca e quelli fabbricati... secondo il metodo Pasteur. Il sogno della realtà diviene così la vera e più alta forma di realtà. Per raggiungere tale condizione, il personaggio deve passare attraverso una sorta di allucinazione, termine che indica il carattere malato e innaturale di questa esperienza.