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Gabriele D'Annunzio Riassunto Breve

La Vita
Nato nel 1863, D'Annunzio si trasferì ancora giovane da Pescara a Roma, in cerca di gloria letteraria e di una vita elegante nell'alta società. Divenne famoso per scandali, amori e amicizie importanti. Dopo un periodo trascorso alla villa della Cappoccina, vicino a Firenze, dovette fuggire dai creditori riparando in Francia. Rientrò in Italia alla vigilia della Prima Guerra mondiale, della quale fu uno dei profeti e dei cantori. Arruolatosi volontario, compì famose imprese belliche. Poi, dopo la guerra, si gettò nell'impresa di Fiume, durata un anno. Insegnò al fascismo la politica del colpo di mano e il linguaggio violento con cui arringare la folla. Dopo il 1922 fu a parole glorificato dal regime fascista, ma di fatto emarginato nella sua villa-museo del Vittoriale, dove morì nel 1938.

La poetica
D'Annunzio fu sempre aperto alla sperimentazione di nuovi temi e forme, ma legò il suo nome soprattutto alla prima fase del Decadentismo europeo, ovvero l'estetismo. Andrea Sperelli, controfigura dell'autore e protagonista del romanzo d'esordio, Il piacere, ne fu la prima incarnazione in Italia: il suo scopo è fare la sua vita come si fa un'opera d'arte, dando sfogo al bisogno di sensazioni eleganti ed esclusive, sollecitando dalle dispendiose esigenze del suo vivere inimitabile, D'Annunzio seppe rispondere al richiamo della nascente industria culturale, collaborando in particolare con il mondo del cinema.

Le opere in prosa e il teatro
D'Annunzio scrisse sette romanzi, a partire dal Piacere (1889). Il loro filo conduttore è l'individualismo e, quasi sempre, il superomismo dei diversi protagonisti. Sono opere distanti della narrativa oggettiva e impersonale del Verismo, caratterizzate da simbolismi, musicalità, elementi ideologici e saggistici. Nell'ultima fase, segnata da Notturno (1916), viene meno la centralità del superuomo, per la sottolineatura della debolezza dell'io scrittore; la scrittura si fa quindi più essenziale e autobiografica. Inoltre, dopo il viaggio in Grecia del 1895, D'Annunzio compose una decina di drammi per il teatro, a partire da La città morta (1896), contrassegnati da una forte letterarietà e, quindi da una scarsa teatralità.

Le opere in versi
D'Annunzio esordì nel 1879 con una raccolta di versi, primo vere, in cui ha già forte rilievo l'elemento vitalistico e sensuale. Questi motivi si sviluppano nella seconda raccolta, Canto novo, e nelle successive (Intermezzo di rime e poi Isottèo-La Chimera). Di tono diverso è il Poema paradisiaco, in cui compare il tema intimistico del ritorno alle origini, nel tentativo di rigenerarsi. Ma il Decadentismo e l'estetismo trionfano nei successivi libri delle Laudi (i primi uscirono nel 1903), tra cui figura il capolavoro di D'Annunzio peota, ovvero Alcyone, intriso di musicalità e interessante anche per i suoi esperimenti formali sul verso libero e la strofa lunga.



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