Leggiamo la Prefazione stesa da Wilde per l’edizione in volume (1892) del suo romanzo Il ritratto di Dorian Gray. Il testo procede in forma di aforismi, frasi brevi e sentenziose, talora non facili da comprendere. Per Wilde, il piacere estetico (cioè l’esperienza del bello) è lo scopo di ogni esperienza artistica e letteraria; essa viene prima di qualsiasi fine morale e pedagogico. L’opera d’arte è infatti un oggetto del tutto inutile, il cui valore consiste semplicemente nel suo essere bello. Interessante anche l’accenno per il quale l’artista deve scomparire dalla sua opera. Wilde è lontano dall’idea verista dell’opera che si fa da sé; vuole invece sottolineare che l’opera d’arte viene a riassumere totalmente la vita del suo creatore, così da annullarla. L’arte, insomma, si identifica con la vita, e viceversa: l’artista esiste solo per il bello. Ogni suo gesto, ogni momento va vissuto come parte di una bellezza assoluta, a cui conformare i propri comportamenti.
L’artista è il creatore di cose belle.
Rivelare l’arte e nascondere l’artista è il fine dell’arte.
Coloro che scorgono brutti significati nelle cose belle sono corrotti senza essere affascinanti. Questo è un errore.
Coloro che scorgono bei significati nelle cose belle sono le persone colte. Per loro c’è speranza.
Essi sono gli eletti: per loro le cose belle significano solo bellezza.
Non esistono libri morali o immorali. I libri sono scritti bene o scritti male. Questo è tutto.
La vita morale dell’uomo è parte della materia dell’artista, ma la moralità dell’arte consiste nell’uso perfetto di un mezzo imperfetto. L’artista non desidera dimostrare nulla. Persino cose vere possono essere dimostrate.
Nessun artista ha intenti morali. In un artista un intento morale è un imperdonabile manierismo stilistico.
Nessun artista è mai morboso. L’artista può esprimere qualsiasi cosa.
Il vizio e la virtù sono per un artista materiali di un’arte.
Dal punto di vista formale il modello di tutte le arti è l’arte del musicista. Dal punto di vista del sentimento il modello è l’arte dell’attore.
Ogni arte è insieme superficie e simbolo.
Coloro che scendono sotto la superficie lo fanno a loro rischio.
L’arte rispecchia lo spettatore, non la vita.
Tutta l’arte è completamente inutile.
L’artista è il creatore di cose belle.
Rivelare l’arte e nascondere l’artista è il fine dell’arte.
Coloro che scorgono brutti significati nelle cose belle sono corrotti senza essere affascinanti. Questo è un errore.
Coloro che scorgono bei significati nelle cose belle sono le persone colte. Per loro c’è speranza.
Essi sono gli eletti: per loro le cose belle significano solo bellezza.
Non esistono libri morali o immorali. I libri sono scritti bene o scritti male. Questo è tutto.
La vita morale dell’uomo è parte della materia dell’artista, ma la moralità dell’arte consiste nell’uso perfetto di un mezzo imperfetto. L’artista non desidera dimostrare nulla. Persino cose vere possono essere dimostrate.
Nessun artista ha intenti morali. In un artista un intento morale è un imperdonabile manierismo stilistico.
Nessun artista è mai morboso. L’artista può esprimere qualsiasi cosa.
Il vizio e la virtù sono per un artista materiali di un’arte.
Dal punto di vista formale il modello di tutte le arti è l’arte del musicista. Dal punto di vista del sentimento il modello è l’arte dell’attore.
Ogni arte è insieme superficie e simbolo.
Coloro che scendono sotto la superficie lo fanno a loro rischio.
L’arte rispecchia lo spettatore, non la vita.
Tutta l’arte è completamente inutile.
Da O. Wilde, Il ritratto di Dorian Gray, trad. it. Di M. Amante, Garzanti, Milano 1991.