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Camillo Benso Conte di Cavour Riassunto Vita

Statista (Torino 1810-1861). Nato da una famiglia di antica nobiltà conservatrice ufficiale dell’esercito regio (1827) dalle idee repubblicaneggianti, lasciò (1831) la vita militare per dedicarsi all’agricoltura, trasformando la paterna tunuta di Leri in una vera e propria azienda modello. Uomo d’affari, si diede a un’intensa attività commerciale e bancaria, diventando in breve tempo uno degli uomini più ricchi del Piemonte, e si inserì in quel moto di progresso economico e sociale che si sviluppava allora in Italia. Si occupò infatti di costruzioni ferroviarie, fu tra i fondatori della banca di Torino, dal 1836 fece parte della commissione statistica, nel 1839 diede inizio con altri alla società per gli Asili d’infanzia, nel 1841 fondò la società du Whist e nel 1842 l’Associazione agraria di cui fece sempre parte. Non trascurò intanto la propria formazione politica e attraverso studi e viaggi soprattutto a Londra, Parigi e Ginevra si orientò verso una concezione moderata, contraria a ogni sovvertimento violento dell’ordine sociale, ma solidamente ancorata al principio della libertà, ma solidamente ancorata al principio della libertà nella garanzia delle istituzioni, secondo le prassi del costituzionalismo inglese. Dotato com’era di una solida preparazione economica di lento innalzamento dell’Italia al livello delle più progredite nazioni europee attraverso cui, alla lunga, anche il problema politico avrebbe trovato naturale soluzione. L’inizio della sua attività politica vera e propria si ebbe quando la legge sarda sulla stampa venne resa più libera.
Con Cesare Babbo fondò all’ora il Risorgimento (1847) dalle cui colonne sostenne prima di ogni altro la necessità di uno Statuto e di un Parlamento e da dove il 23 marzo 1848 in un articolo rimasto famoso, incitò il re a marciare su Milano, anche con soli 50.000 uomini, a costo di una sicura sconfitta. Entrato in Parlamento con le elezioni suppletive del 26 giugno 1848 e battuto in quelle del 21 gennaio 1849, si mostrò favorevole all’intervento in Toscana e alla cessazione della guerra sostenendo costantemente d’Arzeglio. Venne rieletto nel marzo del 1849.



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