Riassunto:
Capuana nacque a Mineo (Catania) nel 1839, da una famiglia di proprietari terrieri. Non terminò gli studi giuridici, per dedicarsi al giornalismo e alla letteratura. Nel 1864 si trasferì a Firenze, dove collaborò come critico teatrale al quotidiano La Nazione, dalle cui colonne auspicava una produzione teatrale più nuova e moderna (i suoi scritti teatrali vennero poi raccolti nel volume Il teatro italiano contemporaneo. Saggi critici, 1872). Tornato a Mineo (1869), s'impegnò nell'attività politica, diventando anche sindaco della città. Nel 1875 si spostò di nuovo al Nord, questa volta a Milano. Qui iniziò a collaborare come critico letterario e teatrale con il Corriere della Sera e s'impegnò a diffondere il nuovo credo verista, soprattutto attraverso recensioni di libri contemporanei, italiani e francesi, poi raccolte nelle due serie (1880 e 1882) di Studi sulla letteratura contemporanea. A Milano pubblicò la sua prima raccolta di novelle, Profili di donne (1877), di sapore ancora tradizionale, seguita dal romanzo Giacinta (1879), accolto come il manifesto del Verismo. Tornato a Mineo, alternò i soggiorni nella cittadina natale con permanenze a Roma, dove nel 1882-83 diresse l'importante settimanale "Fanfulla della Domenica". Continuò intanto a scrivere testi narrativi: spiccano le novelle raccolte in Homo! (1883) e la seconda edizione di Giacinta (1886). Nei due volumi Le appassionate (1893) e Le paesane (1894) recuperò racconti già editi; in C'era una volta (1882) raccolse fiabe popolari.
Durante la quasi ventennale elaborazione del romanzo Il marchese di Roccaverdina (edito nel 1901) continuò a pubblicare testi critici, raccolti nei volumi Per l'arte (1885) e Gli ismi contemporanei (verismo, simbolismo, idealismo, cosmopolitismo) ed altri saggi di critica letteraria ed artistica (1898). Dal 1902 si stabilì definitivamente in Sicilia, dove insegnò stilistica all'Università di Catania. Tra le ultime opere, il romanzo Rassegnazione (1907) e le raccolte di novelle e di fiabe Coscienze (1905), Nel paese della Zagara (1910), Gli Americani di Rabbato (1912). Negli anni 1911-13 stampò le sue commedie in Teatro dialettale siciliano (due dei cinque volumi uscirono postumi nel 1920-21). Morì a Mineo nel 1915.
Capuana nacque a Mineo (Catania) nel 1839, da una famiglia di proprietari terrieri. Non terminò gli studi giuridici, per dedicarsi al giornalismo e alla letteratura. Nel 1864 si trasferì a Firenze, dove collaborò come critico teatrale al quotidiano La Nazione, dalle cui colonne auspicava una produzione teatrale più nuova e moderna (i suoi scritti teatrali vennero poi raccolti nel volume Il teatro italiano contemporaneo. Saggi critici, 1872). Tornato a Mineo (1869), s'impegnò nell'attività politica, diventando anche sindaco della città. Nel 1875 si spostò di nuovo al Nord, questa volta a Milano. Qui iniziò a collaborare come critico letterario e teatrale con il Corriere della Sera e s'impegnò a diffondere il nuovo credo verista, soprattutto attraverso recensioni di libri contemporanei, italiani e francesi, poi raccolte nelle due serie (1880 e 1882) di Studi sulla letteratura contemporanea. A Milano pubblicò la sua prima raccolta di novelle, Profili di donne (1877), di sapore ancora tradizionale, seguita dal romanzo Giacinta (1879), accolto come il manifesto del Verismo. Tornato a Mineo, alternò i soggiorni nella cittadina natale con permanenze a Roma, dove nel 1882-83 diresse l'importante settimanale "Fanfulla della Domenica". Continuò intanto a scrivere testi narrativi: spiccano le novelle raccolte in Homo! (1883) e la seconda edizione di Giacinta (1886). Nei due volumi Le appassionate (1893) e Le paesane (1894) recuperò racconti già editi; in C'era una volta (1882) raccolse fiabe popolari.
Durante la quasi ventennale elaborazione del romanzo Il marchese di Roccaverdina (edito nel 1901) continuò a pubblicare testi critici, raccolti nei volumi Per l'arte (1885) e Gli ismi contemporanei (verismo, simbolismo, idealismo, cosmopolitismo) ed altri saggi di critica letteraria ed artistica (1898). Dal 1902 si stabilì definitivamente in Sicilia, dove insegnò stilistica all'Università di Catania. Tra le ultime opere, il romanzo Rassegnazione (1907) e le raccolte di novelle e di fiabe Coscienze (1905), Nel paese della Zagara (1910), Gli Americani di Rabbato (1912). Negli anni 1911-13 stampò le sue commedie in Teatro dialettale siciliano (due dei cinque volumi uscirono postumi nel 1920-21). Morì a Mineo nel 1915.