Riassunto:
Nacque a Charleville, nelle Ardenne, nell’ottobre 1854, da un’agiata famiglia borghese. Nel 1870 conseguì il diploma liceale, ma era un ribelle: non tollerava l’educazione rigida e autoritaria della madre, rifiutava le regole borghesi della famiglia e i libri classici ricevuti in dono per la maturità.
Iniziò a scrivere versi alla maniera di Baudelaire, composti in odio a Napoleone III, alla chiesa, alla società moderna, nella breve fase della guerra franco prussiana, seguita dall’esperienza rivoluzionaria della Comune di Parigi (1871).
Nel 1871 fuggi di casa; non potendo raggiungere Parigi; si recò in Belgio, da dove spedì (al suo professore di letteratura del liceo e all’amico Paul Demeny) le due lettere del veggente; in esse rifiutava la tradizione culturale europea e prometteva una lettera nuova, atta a esprimere un io più autentico. Urgeva in lui il bisogno di scrivere: in pochi mesi compose quasi tutte le sue Poesie.
Nel 1872 spedì a Verlaine il poemetto Il battello ebbro. Verlaine, impressionato, invitò l’autore a Parigi. Iniziò un’amicizia scandalosa: Rimbaud convinse Verlaine a lasciare la famiglia e a partire in viaggio con lui. Nel 1873 i due amici visitarono Londra e soggiornarono in Belgio. Qui Verlaine, temendo di essere abbandonato da Rimbaud, gli sparò ferendolo a un polso. L’amicizia si ruppe; Verlaine fu condannato al carcere.
Rimbaud riprese i suoi vagabondaggi a piedi per l’Europa. A Bruxelles pubblicò a proprie spese Una stagione all’inferno (1873), confessione lirica in cui l’autore condannava l’inferno della propria convivenza con Verlaine e si rimproverava d’essersi abbandonato al delirio dei sensi. Non poté però pagare l’editore, che non distribuì il libro. Compose in questa fase le prose poetiche intitolate Illuminazioni.
Dal 1875 Rimbaud cessò di scrivere, si sforzò di distruggere per quanto gli fu possibile i suoi manoscritti e cambiò radicalmente vita; lavorò anche all’estero, con la speranza di arricchirsi, e non scrisse più nulla. Si ammalò più volte; ritornò dalla famiglia d’origine, dove lo accolse con affetto la sorella Isabelle.
Si arruolò nella Legione straniera olandese, seguì per qualche tempo un circo, poi si recò in Africa, dove si diede a commerci illeciti. Nel 1891 dovette ritornare dall’Abissinia con un ginocchio colpito da un tumore. Gli viene amputata una gamba, ma il male progredì. Morì a 37 anni, il 10 novembre 1891.
Poesie
Sotto il titolo di Poesie gli editori moderni comprendono essenzialmente la produzione giovanile di Rimbaud, quella degli anni 1870-71, anteriore alla celebre lettera del veggente all’amico Paul Demeny (15 maggio 1871). Le poesie rimasero a lungo inedite e furono pubblicate solo nel 1898.
La poetica delineata a Demeny viene anticipata in queste liriche, in cui il giovanissimo poeta già si pone in ascolto del lato più riposto e segreto del mondo, mettendo in rapporto tra loro percezioni convenzionalmente lontane. E’quanto accade nel sonetto Vocali, che associa a ogni vocale un colore e una sensazione diversa.
Nel gruppo delle Poesie è incluso anche il famoso poemetto simbolico Il battello ebbro (Le bautta ivre), narrazione del viaggio immaginario di un battello in paesaggi inesplorati e spesso paurosi, prima di gettarsi in mare. Il battello raffigura simbolicamente lo scrittore stesso alla ricerca dell’inconnu, ciò che è sconosciuto, ovvero la realtà misteriosa che soltanto il poeta veggente può raggiungere.
Nacque a Charleville, nelle Ardenne, nell’ottobre 1854, da un’agiata famiglia borghese. Nel 1870 conseguì il diploma liceale, ma era un ribelle: non tollerava l’educazione rigida e autoritaria della madre, rifiutava le regole borghesi della famiglia e i libri classici ricevuti in dono per la maturità.
Iniziò a scrivere versi alla maniera di Baudelaire, composti in odio a Napoleone III, alla chiesa, alla società moderna, nella breve fase della guerra franco prussiana, seguita dall’esperienza rivoluzionaria della Comune di Parigi (1871).
Nel 1871 fuggi di casa; non potendo raggiungere Parigi; si recò in Belgio, da dove spedì (al suo professore di letteratura del liceo e all’amico Paul Demeny) le due lettere del veggente; in esse rifiutava la tradizione culturale europea e prometteva una lettera nuova, atta a esprimere un io più autentico. Urgeva in lui il bisogno di scrivere: in pochi mesi compose quasi tutte le sue Poesie.
Nel 1872 spedì a Verlaine il poemetto Il battello ebbro. Verlaine, impressionato, invitò l’autore a Parigi. Iniziò un’amicizia scandalosa: Rimbaud convinse Verlaine a lasciare la famiglia e a partire in viaggio con lui. Nel 1873 i due amici visitarono Londra e soggiornarono in Belgio. Qui Verlaine, temendo di essere abbandonato da Rimbaud, gli sparò ferendolo a un polso. L’amicizia si ruppe; Verlaine fu condannato al carcere.
Rimbaud riprese i suoi vagabondaggi a piedi per l’Europa. A Bruxelles pubblicò a proprie spese Una stagione all’inferno (1873), confessione lirica in cui l’autore condannava l’inferno della propria convivenza con Verlaine e si rimproverava d’essersi abbandonato al delirio dei sensi. Non poté però pagare l’editore, che non distribuì il libro. Compose in questa fase le prose poetiche intitolate Illuminazioni.
Dal 1875 Rimbaud cessò di scrivere, si sforzò di distruggere per quanto gli fu possibile i suoi manoscritti e cambiò radicalmente vita; lavorò anche all’estero, con la speranza di arricchirsi, e non scrisse più nulla. Si ammalò più volte; ritornò dalla famiglia d’origine, dove lo accolse con affetto la sorella Isabelle.
Si arruolò nella Legione straniera olandese, seguì per qualche tempo un circo, poi si recò in Africa, dove si diede a commerci illeciti. Nel 1891 dovette ritornare dall’Abissinia con un ginocchio colpito da un tumore. Gli viene amputata una gamba, ma il male progredì. Morì a 37 anni, il 10 novembre 1891.
Poesie
Sotto il titolo di Poesie gli editori moderni comprendono essenzialmente la produzione giovanile di Rimbaud, quella degli anni 1870-71, anteriore alla celebre lettera del veggente all’amico Paul Demeny (15 maggio 1871). Le poesie rimasero a lungo inedite e furono pubblicate solo nel 1898.
La poetica delineata a Demeny viene anticipata in queste liriche, in cui il giovanissimo poeta già si pone in ascolto del lato più riposto e segreto del mondo, mettendo in rapporto tra loro percezioni convenzionalmente lontane. E’quanto accade nel sonetto Vocali, che associa a ogni vocale un colore e una sensazione diversa.
Nel gruppo delle Poesie è incluso anche il famoso poemetto simbolico Il battello ebbro (Le bautta ivre), narrazione del viaggio immaginario di un battello in paesaggi inesplorati e spesso paurosi, prima di gettarsi in mare. Il battello raffigura simbolicamente lo scrittore stesso alla ricerca dell’inconnu, ciò che è sconosciuto, ovvero la realtà misteriosa che soltanto il poeta veggente può raggiungere.