Abbandonata Didone e giunto in Sicilia, Enea celebra gli onori funebri per l'anniversario della morte del padre Anchise che, apparsogli in sogno, gli consiglia di scendere nel mondo dei morti. Raggiunta Cuma, in Campania, viene accompagnato dalla Sibilla nell'Ade, il regno dei morti.
Qui incontra, tra le altre, l'ombra di Didone e quella del padre Anchise che gli mostra i suoi discendenti (Silvio, Numitore, Romolo, Giulio Cesare, Ottaviano Augusto) che faranno grande Roma.
Ripreso il viaggio e approdato alla foce del Tevere, Enea viene accolto benevolmente dal re Latino che gli offre in sposa la figlia Lavinia, già promessa a Turno, re dei rutuli.
Istigata da Giunone, acerrima nemica di Enea, scoppia la guerra tra i troiani e i rutuli.
Enea si reca a chiedere aiuto a Evandro re di Pallanteo, che gli dà quattrocento cavalieri guidati dal giovane figlio Pallante.
Turno assedia l'accampamento dei troiani che mandano da Enea, per sollecitarne il ritorno, due giovani: Eurialo, il più bello e gentile di tutti i compagni di Enea, e Niso, esperto tiratore di giavellotti.
Accortisi che i soldati del capo rutulo stanno dormendo, i due fanno strage fra i guerrieri nemici e bottino delle loro armi. Mentre si allontanano dal campo, sopraggiunge una schiera di rutuli guidati da Volcente.
La guerra continua con alterne vicende finché, per evitare ulteriori spargimenti di sangue, Turno sfida a duello Enea. Nello scontro Enea colpisce Turno che cade e lo implora di non ucciderlo. Enea, preso dalla pietà, vorrebbe risparmiarlo ma il suo sguardo cade sul cinturono indossato da Turno e appartenuto a Pallante (il coraggioso principe alleato ucciso in battaglia dal rutulo) e in preda al furore lo trafigge a morte.
Qui incontra, tra le altre, l'ombra di Didone e quella del padre Anchise che gli mostra i suoi discendenti (Silvio, Numitore, Romolo, Giulio Cesare, Ottaviano Augusto) che faranno grande Roma.
Ripreso il viaggio e approdato alla foce del Tevere, Enea viene accolto benevolmente dal re Latino che gli offre in sposa la figlia Lavinia, già promessa a Turno, re dei rutuli.
Istigata da Giunone, acerrima nemica di Enea, scoppia la guerra tra i troiani e i rutuli.
Enea si reca a chiedere aiuto a Evandro re di Pallanteo, che gli dà quattrocento cavalieri guidati dal giovane figlio Pallante.
Turno assedia l'accampamento dei troiani che mandano da Enea, per sollecitarne il ritorno, due giovani: Eurialo, il più bello e gentile di tutti i compagni di Enea, e Niso, esperto tiratore di giavellotti.
Accortisi che i soldati del capo rutulo stanno dormendo, i due fanno strage fra i guerrieri nemici e bottino delle loro armi. Mentre si allontanano dal campo, sopraggiunge una schiera di rutuli guidati da Volcente.
La guerra continua con alterne vicende finché, per evitare ulteriori spargimenti di sangue, Turno sfida a duello Enea. Nello scontro Enea colpisce Turno che cade e lo implora di non ucciderlo. Enea, preso dalla pietà, vorrebbe risparmiarlo ma il suo sguardo cade sul cinturono indossato da Turno e appartenuto a Pallante (il coraggioso principe alleato ucciso in battaglia dal rutulo) e in preda al furore lo trafigge a morte.