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Recensione: Mille Splendidi Soli

• TITOLO : Uno studio in rosso
• AUTORE : Sir A. Conan Doyle
• LUOGO DÌ PUBBLICAZIONE: Verona
• CASA EDITRICE : Acquarelli
• ANNO DÌ PUBBLICAZIONE : 1993

Ho deciso di leggere questo libro perché sono appassionato di romanzi gialli e dovendone leggere uno per le vacanze di Pasqua, ho ritenuto opportuno scegliere Sherlock Holmes in uno studio in rosso, romanzo di Sir A. Conan Doyle. Dopo averlo letto non intendo fermarmi e voglio continuare leggendo altri romanzi con Holmes protagonista.
Come abbiamo detto l’autore è Sir A. Conan Doyle nato il 22 Maggio 1859 a Edimburgo, in Inghilterra. Arthur studiò medicina fino al 1891, quando il successo dei romanzi delle avventure di Sherlock Holmes gli permise di lasciare gli studi. Doyle era a favore degli oppressi e contro le ingiustizie, per questo era definito il gigante buono. Si dedicò allo spiritualismo dalla morte del figlio nella Grande guerra (1° guerra mondiale 1914-1918) fino al proprio decesso, avvenuto il 7 Luglio 1930 a Crowborough, nel Sussex. Nel 1902 ricevette anche il titolo di baronetto.
Pubblicò molti romanzi con protagonista Sherlock Holmes e tutti sono di genere giallo.
La storia si svolge nelle tenebre dei sobborghi londinesi, intorno all’anno 1878. Tutto è avvolto nel mistero!
I moventi dell’omicidio vengono raccontati facendo riferimento a fatti accaduti qualche anno prima nelle zone circostanti al Colorado.
Il romanzo inizia con l’incontro tra il Dottor. Watson e Sherlock Holmes, poiché il dottore è in cerca di qualcuno con cui dividere l’affitto di una casa.
I due si trovano subito a dover affrontare un mistero, in una casa disabitata è stato rinvenuto il corpo di un uomo pieno di sangue, ma senza alcuna ferita. Si scoprirà successivamente che il sangue era dell’assassino.
Holmes grazie alla sua furbizia e genialità riesce subito a ricavare indizi che saranno poi utili a risolvere il mistero. L’uomo ucciso avvelenato è Drebber. Lestrade e Gregson sono due investigatori dello Scotland Yard, che sono in competizione tra loro, e cercano di risolvere il mistero chiedendo aiuto a Holmes. Poi però prenderanno loro il merito della risoluzione.
Qualche giorno dopo Johnston, segretario di Drebber, viene trovato morto nella sua stanza di albergo, a causa di un colpo di pistola. Sul comodino però erano state rinvenute delle pillole avvelenate, le stesse che avevano ucciso Drebber. Holmes sorprenderà poi tutti catturando Jefferson Hope, accusandolo di duplice omicidio e infatti proprio lui aveva commesso i due omicidi per vendetta. Quando si trovavano in America Drebber e Johnston avevano impedito a Jefferson di scappare con una ragazza, uccidendo anche il padre della ragazza e per questo il ragazzo li aveva seguiti in giro nel mondo per aspettare il momento propizio per ucciderli.
Come in tutti i romanzi gialli o polizieschi il tema della genialità,furbizia e intuizione sono quelli che spiccano di più e caratterizzano il protagonista, ovvero colui che risolve il mistero, nel nostro caso parliamo di Sherlock Holmes.
Altri temi che spiccano sono: la vendetta, frutto della furia omicida di Jefferson Hope,questi dopo il primo omicidio scriverà la parola tedesca RACHE, ovvero vendetta,al muro con il proprio sangue. Poi è evidente la cultura degli antichi popoli discendenti dagli indiani che si spostavano in carovana, in cerca di territori dove vivere. C’è anche l’approfittare degli altri, infatti Lestrade e Gregson prenderanno il merito della risoluzione del mistero, sempre parlando dei due investigatori di Scotland Yard esce fuori il tema della competizione.
Secondo me il messaggio che vuole dare il libro è che essendo intelligenti, avendo una grande intuizione e anche un po’ di furbizia si possono risolvere problemi.
Il romanzo mi ha appassionato molto, soprattutto nella prima parte, dove ci sono gli omicidi e la cattura del colpevole, invece sono di parere opposto per la seconda parte perché parla esclusivamente dei moventi dell’omicidio ed è un po’ noiosa.
Nel libro c’è un comportamento ingiusto da parte di Lestrade e Gregson che si prendono il merito di quello che aveva fatto Holmes. Secondo me, Sherlock avrebbe dovuto fare un po’ di giustizia con questi investigatori.
Nel romanzo si rispecchia l’età in cui è stato scritto, infatti i metodi usati da Holmes sono molto antichi rispetto ad oggi e non ci sono innovazioni che invece oggi vengono usate tutti i giorni. Anche se i metodi usati sono antichi è sempre bello nei romanzi gialli scoprire chi è il colpevole, e come l’investigatore o chi al posto suo lo capisce.



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