Fra il XV e il XVI secolo in Italia si sviluppano le Signorie. In questo periodo la corte, in cui i signori risiedono, diventa l'ambiente principale in cui si produce cultura e se ne fruisce.
Il gusto per la composizione poetica era molto sviluppato nell'ambiente di corte e i temi delle poesie erano spesso quelli amorosi. Altri temi molto amati dal pubblico di corte erano le avventure di guerra e d'amore dei paladini di Carlo Magno.
Le loro storie, riprese dalla tradizione dei cantastorie e dei giullari, vengono raccontate in poemi raffinati e complessi da grandi poeti che vivono nelle corti di Firenze e Ferrara: è presso la corte estense che Ludovico Ariosto scrive l'Orlando furioso.
Le trame piene d'avventure, duelli, magie, inseguimenti d'amore, diventano la materia prima su cui inventare storie che possano intrattenere in modo leggero e divertente un pubblico colto e disimpegnato.
Ma si potevano anche trattare tempi più impegnativi e scottanti, legati alla storia, come fa Torquato Tasso, poeta alla corte estense di Ferrara che scrive un poema, la Gerusalemme liberata, in cui si narrano le imprese degli eroi nella crociata per la conquista cristiana di Gerusalemme.
Le opere composte a corte erano scritte in una lingua letteraria molto ricercata ed elegante, perché erano destinate a persone di cultura, abituate alla raffinatezza di modi e di linguaggio tipici dell'ambiente signorile in cui si raccoglievano le personalità più importanti del mondo dell'epoca.
Le opere letterarie, però, circolavano anche fuori del ristretto ambiente di corte, sia pure presso un ridotto numero di persone colte che spesso si conoscevano perché si incontravano in luoghi di studio e di discussione su argomenti dotti che si chiamavano accademia, oppure nelle botteghe di stampa, che si diffusero in Europa nella seconda metà del 1400 e che appartenevano a stampatori che era quasi sempre persone molto colte, interessate alle opere che stampavano e vendevano.
Il gusto per la composizione poetica era molto sviluppato nell'ambiente di corte e i temi delle poesie erano spesso quelli amorosi. Altri temi molto amati dal pubblico di corte erano le avventure di guerra e d'amore dei paladini di Carlo Magno.
Le loro storie, riprese dalla tradizione dei cantastorie e dei giullari, vengono raccontate in poemi raffinati e complessi da grandi poeti che vivono nelle corti di Firenze e Ferrara: è presso la corte estense che Ludovico Ariosto scrive l'Orlando furioso.
Le trame piene d'avventure, duelli, magie, inseguimenti d'amore, diventano la materia prima su cui inventare storie che possano intrattenere in modo leggero e divertente un pubblico colto e disimpegnato.
Ma si potevano anche trattare tempi più impegnativi e scottanti, legati alla storia, come fa Torquato Tasso, poeta alla corte estense di Ferrara che scrive un poema, la Gerusalemme liberata, in cui si narrano le imprese degli eroi nella crociata per la conquista cristiana di Gerusalemme.
Le opere composte a corte erano scritte in una lingua letteraria molto ricercata ed elegante, perché erano destinate a persone di cultura, abituate alla raffinatezza di modi e di linguaggio tipici dell'ambiente signorile in cui si raccoglievano le personalità più importanti del mondo dell'epoca.
Le opere letterarie, però, circolavano anche fuori del ristretto ambiente di corte, sia pure presso un ridotto numero di persone colte che spesso si conoscevano perché si incontravano in luoghi di studio e di discussione su argomenti dotti che si chiamavano accademia, oppure nelle botteghe di stampa, che si diffusero in Europa nella seconda metà del 1400 e che appartenevano a stampatori che era quasi sempre persone molto colte, interessate alle opere che stampavano e vendevano.