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Biografia: Lev Tolstoj

Biografia:
Nacque a Jasnaia Poljana, nel distretto russo di Tula, nel 1828 da nobile famiglia, ma rimase orfano di ambedue i genitori ancora bambino. Studiò all’università di Kazan filosofia e giurisprudenza, ma non concluse mai gli studi, anzi fino al 1851 condusse una vita alquanto disordinata. Nel 1851 entrò nell’esercito e prese parte, come ufficiale, alla Guerra di Crimea; congelatosi nel 1856, divenne sempre più attento agli eventi sociali, ansioso di dedicarsi al bene del popolo e all’emancipazione dei contadini. Fra il 1857 e il 1860 viaggiò molto: in Francia, in Germania, in Svizzera; ma dal 1860 in poi rimase al suo paese di origine, Jasnia Poljana, impegnato nell’educazione degli umili e nella difesa dei diritti dei più deboli, animato da una cristiana comprensione delle esigenze della società russa in cui dominava ancora il contrasto fra le classi sociali. Egli stesso visse in umiltà e frugalità, spesso facendo lavori manuali, dopo una conversione religiosa che lo indusse a vivere alla lettera la parola del Vangelo, in contrasto spesso con le autorità dello Stato e della Chiesa ortodossa. Dal 1892 fu in lite anche con la sua famiglia, cioè con la moglie e alcuni dei 13 figli ai quali aveva ceduto tutti i suoi beni; venne in urto con loro per la sua intenzione di distribuire ai cittadini il ricavato dei diritti di autore delle sue opere. A causa di queste amarezze, lo scrittore più volte tentò di andarsene da Jasnaia Poljana e il 7 novembre 1910, durante uno di questi tentativi, fu colto dalla morte alla stazione di Astapòvo.

Le idee e le tematiche
Attraverso un tormentoso e intenso travaglio interiore Tolstoj giunse a crearsi un ideale di vita cristiana che cercò di attuare con coerenza e lucidità, convinto che solo nel Vangelo si trovano i principi della vera uguaglianza sociale. Animato da queste convinzioni, egli predicò contro ogni forma di sopruso e di sfruttamento e, attraverso le sue opere intense di vita e di indagine psicologica, epiche e liriche ad un tempo, ma soprattutto attente ai problemi contemporanei, intese farsi interprete delle questioni sociali e manifestare la sua fede nella redenzione del mondo attraverso la bontà. Con Tolstoj si può parlare del trionfo del realismo, ma anche del trionfo del socialismo in quanto tutta la sua opera, e anche la sua vita, sono testimonianza di un profondo sentimento rivoluzionario contro le vecchie categorie sociali e di una sincera aspirazione all’elevazione del popolo, nel piano più vasto di una giustizia reale per tutti. Tuttavia, sul piano pratico, l’idea di violenza rivoluzionaria non sfiorò mai lo scrittore, persuaso che ogni rivolgimento sociale dovesse partire dalla conversione morale degli individui. Dal punto di vista artistico è notevole la prosa di Tolstoj: disinvolta, chiara, realizzata attraverso il linguaggio colloquiale che gli permette di esprimere sia i particolari realistici degli ambienti e delle situazioni, sia quelli psicologici dei personaggi.

Tolstoj e il socialismo
Tolstoj matura le sue idee di giustizia  sociale negli anni in cui in Europa erano già abbastanza diffuse le idee del socialismo. Ma notevole è la differenza fra le due concezioni:
- Tolstoj prospetta una giustizia per il popolo raggiunta con al disponibilità di ogni individuo a mettere in pratica le leggi del Vangelo e a farsi fratello di tutti gli altri uomini;
- Il socialismo rivendica una giustizia sociale basata sulle leggi che devono regolare i diritti e i doveri dei cittadini.

Tolstoj scrisse con grande successo romanzi, racconti, favole per ragazzi e volumi educativi. Tra le sue opere, ricordiamo almeno le seguenti:

I racconti di Sabastianopoli (1855-56): narrazioni scaturite dall’esperienza della guerra di Crimea, quindi, almeno in parte, autobiografiche e molto realistiche.

Guerra a pace (1863-69): il capolavoro di Tolstoj. E’ un grandioso romanzo-epopea che narra le vicende della Russia fra il 1805 e il 1820. Sullo sfondo delle guerre napoleoniche e della resistenza russa contro i Francesi che culmina con la sconfitta di Napoleone si muove una folla di personaggi osservati con originale realismo e con acuto studio psicologico, dando origine ad un affresco nitido e complesso di tutte le classi sociali della Russia del tempo.

I quattro libri di lettura (1875): una serie di favole e racconti, raccolti con intendimento didattico quando Tolstoj decise di intraprendere un corso organico di insegnamento per i contadini del suo paese.

Anna Karenina (1875-77): romanzo drammatico che ebbe subito un grande successo. Narra le vicende di Anna Karenina, sposata senza amore a un alto funzionario, moglie saggia e madre esemplare finché non si innamora del giovane Vronskij, brillante ma superficiale. Per lui Anna abbandona la famiglia, ma più tardi, presa dai rimorsi e soprattutto sospettosa che l’amante si sia stancato di lei, consapevole della sua indegnità di fronte al marito e al figlio, si uccide gettandosi sotto il treno. E’ una storia particolarmente tormentata, arricchita da molte altre vicende ad essa parallele, che serve a Tolstoj a mettere a nudo la drammatica ipocrisia delle istituzioni e dei rapporti umani nella società aristocratica del suo tempo.

La morte di Ivan Il’Ic (1886): drammatico racconto della vita di un modesto operaio che, vissuto sempre nella monotona routine dell’ufficio, quando si accorge di avere una malattia che lo porta a sicura morte, si rende conto di non avere mai vissuto veramente e sorge in lui lo sgomento di essersi lasciato irretire dalle convenzioni della vita borghese, basata sul culto delle convenienze, della meschinità e della menzogna, e sente l’urgenza di sentimenti più alti.

Resurrezione (1900): un altro romanzo ricco di problematiche inquietanti. Il principe Nechijudov riconosce in una prostituta accusata di un delitto che non ha commesso, Katiuscia Maslova, una donna che egli aveva sedotto ancora giovanissima. Quel lontano episodio lo fa sentire responsabile della bassezza in cui la Maslova è caduta e, per riparare, la segue nella sua condanna in Siberia e le propone di sposarla. La donna rifiuta il matrimonio per compassione, ma, con l’aiuto soprattutto morale del principe, è capace di riscattarsi dalla sua vita disordinata e ritrovare la sua dignità; infatti, ottenuta la grazia, sposa un giovane suo pari di cui è veramente innamorata e parte con lui. Nechijudov, invece, pur libero dai suoi rimorsi, è sempre più angosciato dalla sorte dei derelitti indifesi e rimane in Siberia per dedicarsi a loro, seguendo un impulso evangelico.



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