di Giovanni Pascoli
Parafrasi:
E guardai nella valle, ma tutto era scomparso, sotto la nebbia, che sembrava come un grande mare, di colore grigio, senza spiagge, tutto uguale.
Al massimo si sentiva il rumore di certe grida lontane, forse di bestie selvatiche: probabilmente in quella brughiera c'erano uccelli persi nella nebbia.
In cielo, in alto, potevo vedere rami di faggi, che sembravano sospesi nella nebbia, e qualche casa, che emergeva dal nulla, come fossero rovine o luoghi solitari e silenziosi.
E un cane guaiva continuamente e non sapevo da dove veniva il suo guaito, forse a certe tracce che sentivo e che non potevo dire se lontane o vicine.
Forse era solamente l'eco dello scalpiccio, un'eco non lenta né veloce, continuata, seppure su toni diversi. Guardai verso quel luogo, ma non vidi nulla e nessuno.
Immaginai allora che le rovine chiedessero se sarebbe giunto prima o poi chi era responsabile di quel rumore; e che i rami mi chiedessero chi fossi.
Forse vidi qualcuno che si muoveva, sul capo tenendo un fascio di erba. Mi sembrava di vedere, ma forse non vedevo davvero.
Sentivo soltanto gli stridii degli uccelli persi nella nebbia, il guaito del cane, e lo scalpiccio né vicino né lontano, nella nebbia.