di Luigi Mercantini
Figure retoriche:
Li disser ladri usciti dalle tane, METAFORA (ladro=animale)
Ma non portaron via nemmeno un pane;
E li sentii mandare un solo grido:
— Siam venuti a morir pel nostro lido! —
Eran trecento: eran giovani e forti:
E son morti! RIPETIZIONE
Con gli occhi azzurri e coi capelli d’oro
Un giovin camminava innanzi a loro;
Mi feci ardita, e presol per la mano,
Gli chiesi: —Dove vai, bel capitano?
Guardommi, e mi rispose: — O mia sorella, APOSTROFE
Vado a morir per la mia Patria bella!— PERSONIFICAZIONE (di patria)
Io mi sentii tremare tutto il core,
Nè potei dirgli: — V’aiuti il Signore!—
Eran trecento: eran giovani e forti:
E son morti! RIPETIZIONE
Quel giorno mi scordai di spigolare,
E dietro a loro mi misi ad andare:
Due volte si scontrar con li gendarmi,
e l’una e l’altra li spogliar dell’armi:
Ma quando fûr della Certosa ai muri, ANASTROFE
S’udirono a suonar trombe e tamburi;
E tra il fumo e gli spari e le scintille ENJAMBEMENT
Piombaron loro addosso più di mille.
Eran trecento: eran giovani e forti:
E son morti! RIPETIZIONE
Eran trecento, e non voller fuggire;
Parean tremila e vollero morire: PARALLELISMO (con il verso precedente)
Ma vollero morir col ferro in mano, ANADIPLOSI
E innanzi ad essi correa sangue il piano.
Finchè pugnar vid’io, per lor pregai;
Ma un tratto venni men, né più guardai... SOSPENSIONE
Io non vedeva più fra mezzo a loro ENJAMBEMENT
Quegli occhi azzurri e quei capelli d’oro!... SOSPENSIONE
Eran trecento: eran giovani e forti:
E son morti! RIPETIZIONE
