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Biografia: Ugo Foscolo

Biografia
Ugo Foscolo nacque nel 1778 a Zante (che egli chiamò grecamente Zacinto), isola del mare Ionio, e iniziò gli studi a Spalato; ma da questa città si allontanò ancora adolescente in seguito alla morte del padre, Andrea. Dopo un breve soggiorno nella terra natìa, si stabilì con la madre a Venezia che egli considerò sempre la sua seconda patria. Lo scoppio della rivoluzione francese accese i suoi entusiasmi; egli partecipò al giacobinismo che Napoleone avrebbe portato con la sua venuta. Ma nel 1797 il trattato di Campoformio, con cui Napoleone cedeva Venezia all'Austria, mise fine alle sue speranze e dette inizio al suo esilio. Se ne andò dalla sua città per non sottostare allo straniero, conducendo in varie regioni d'Italia una vita amara e disordinata. Per vivere fece il soldato mercenario e combatté nell'esercito della Repubblica Cisalpina e poi in quello del Regno Italico; si recò in Francia con le truppe napoleoniche e dimorò poi in varie città italiane. Infine, caduto Napoleone e ritornati gli Austriaci in Italia, riprese la via dell'esilio. Nel 1816 si stabilì a Londra e qui si spense nel 1827. Le sue spoglie dal 1871 riposano nel tempio di S. Croce a Firenze.

Le idee e la poetica
Nel Foscolo si può dire che coesistano le due maggiori aspirazioni della sua epoca: un amore profondo e nostalgico per l'ideale di bellezza e di armonia che fu proprio dei neoclassici, e una inquietudine profonda dell'animo in continuo conflitto tra sentimento e ragione, propria dei romantici. Si può parlare, quindi, di neoclassicismo romantico del Foscolo: un neoclassicismo non esteriore come quello del Monti, ma intriso dei problemi del tempo e delle passioni della vita stessa del poeta (malinconia, dolore, nostalgia), gli uni e le altre trasfigurati da una pensosa contemplazione del bello ideale, dell'armonia serenatrice in cui ogni passione si placa. Per dirla con Mario Fubini, classicismo è per il Foscolo totalità di passione in perfetta chiarezza di immagine.
Egli aderì alle dottrine sensistiche e materialistiche ereditate dall'Illuminismo, ma si avverte la sua costante ansia di superarle per liberare l'uomo dall'angoscia di un arido destino di morte. Da questo dissidio tra materialismo e ansia di eternità deriva il tono profondamente drammatico della poesia foscoliana. Il poeta, ansioso di recuperare quei valori spirituali che la ragione nega, ma che sono insopprimibili nell'uomo, crea la cosiddetta religione delle illusioni cioè una fede rivolta a ideali di bellezza, di libertà, di eroismo, di giustizia. Fra le illusioni la più alta è la poesia, destinata ad esaltare tutti gli altri ideali e ad eternare gli spiriti grandi che li hanno affermati; la poesia "vince di mille secoli il silenzio".

Opere
Il Foscolo ci ha lasciato molte opere: odi, inni, elegie, tragedie, epistole, prose varie, traduzioni, liriche, saggi critici e storici. Ricordiamo:

LE ULTIME LETTERE DI JACOPO ORTIS (1802): romanzo epistolare, autobiografico. Jacopo Ortis, fuggito da Venezia dopo il trattato di Campoformio per non sottostare agli Austriaci invasori, si ritira sui Colli Euganei dove conosce una gentile fanciulla, Teresa, di cui si innamora. Ma è un amore senza speranze perchè Teresa è promessa sposa di Odoardo. Jacopo, ardente di passione e di patriottismo, si mette in viaggio per l'Italia, senza una meta e ovunque afflitto dalla visione del popolo oppresso dallo straniero. Non lo consolano le bellezze del paesaggio, né il ricordo degli antichi eroi, né le parole consolatrici dl Parini; tornato sui Colli Euganei senza speranza di salvezza per la sua patria e rattristato dal matrimonio di teresa con Odoardo, non sente più alcun interesse per la vita e si uccide. Tutta la vicenda è narrata sotto forma di lettere che Jacopo (in cui il Foscolo ritrae sé stesso) scrive al suo amico Lorenzo Alderani (forse l'amico Giovan Battista Niccolini).

ODI: A Luigia Pallavicini caduta da cavallo e All'amica risanata sono due liriche in cui chiaramente si esprime il neo-classicismo del Foscolo che esalta la bellezza; tuttavia, nella seconda ode s'intravedono già alcuni elementi della poetica romantica.

SONETTI: si distinguono per bellezza di stile, per sincerità di ispirazione e per la profondità dei sentimenti espressi. Alcuni fra essi (sono dodici in tutto) sono fra gli esempi più perfetti della nostra lirica. In questi brevi componimenti i motivi dominanti sono l'amore e il dolore.

DEI SEPOLCRI: è una carme in endecasillabi sciolti (295), dedicato a Ippolito Pindemonte, e rappresenta il capolavoro del Foscolo. Questa suggestiva composizione è una sintesi meravigliosa di elementi poetici in cui sono esaltati i sentimenti più nobili ed alti che l'individuo sa esprimere nella potenza degli affetti che lo legano alla famiglia, alla società e alla patria. Il poeta con accenti commossi ci esorta a custodire le memorie del passato e nello stesso tempo afferma il valore delle tombe che, inutili ai morti, giovano ai vivi.

LE GRAZIE: questo poema incompiuto è l'ultimo fiore del classicismo italiano. Esso è costituito da tre inni, dedicati rispettivamente a Venere, a Vesta e a Pallade: nel primo il poeta canta la nascita delle grazie e il progresso delle nazioni civili, nel secondo celebra l'influsso delle divine fanciulle sugli uomini, e nell'ultimo esalta la purezza eterna delle Grazie, incontaminate in virtù di un velo fatto tessere da Pallade per proteggerle.



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