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Biografia: Maurice Maeterlinck

Biografia:
Nacque a Gand (Belgio) da un’antica famiglia fiamminga. Visse la giovinezza in campagna e questo determinò il suo profondo amore per la natura e per gli animali. Compì la sua formazione nel collegio gesuitico di Sainte Barbe a Gand, rivelando una precoce vocazione letteraria. Avviato dalla famiglia alla professione forense, nel 1886 si trasferì a Parigi dedicandosi all’avvocatura, ma partecipando anche alle vicende dei movimenti culturali d’avanguardia, soprattutto del simbolismo. Nell’89, dopo alcuni volumi di versi, pubblicò un dramma in cinque atti, La principessa Malena con cui inaugurò lo stile di tutto il suo teatro, ambientato in climi medievali e inquietanti, in atmosfere di irrealtà intrise di riferimenti culturali; un teatro in evidente contrapposizione a quello realista. E’ il modello a cui si ispireranno per alcune loro opere molti esponenti della cultura decadente, come Oscar Wilde (Salomé) e Gabriele D’Annunzio. Maeterlinck cominciò così una ricca produzione poetica e teatrale, accompagnata nel 1896 da un saggio filosofico Il tesoro degli umili. Quest’opera segnò una svolta nella sua mentalità e nella sua produzione letteraria. Cominciò, infatti, il suo interesse per il mondo della scienza e per le concezioni positivistiche della vita, delle quali prese avvio per scrivere una serie di opere di divulgazione scientifica che costituirono la maggior parte della sua produzione dal 1896 in poi. Da queste idee nuove derivò a Maeterlinck anche una visione meno lugubre e più ottimistica della vita che si manifestò soprattutto nella fiaba L’uccellino azzurro del 1908. Nel 1911 gli fu conferito il premio Nobel. Emigrato negli Stati Uniti d’America alla vigilia della seconda guerra mondiale, tornò in Europa nel 1945 e trascorse gli ultimi anni della sua vita a Nizza, dove morì nel 1949.

Le idee e la poetica
Maeterlinck, come abbiamo detto, fece le sue prime esperienze poetiche e di teatro partendo da posizioni simboliste (sicuramente fu il maggiore rappresentante del simbolismo nel teatro), e da una visione pessimistica della vita e del mondo. Profondamente influenzato dai decadenti e particolarmente da Verlaine, la sua poesia è intimista, malinconica, intessuta di simboli funerei e allucinati. Più tardi, tuttavia, il poeta giunse, anche attraverso la lettura dei mistici medievali e dei poeti romantici, a un atteggiamento positivo, di serena contemplazione. Negli ultimi anni, l’interesse per l’occultismo e la metempsichica lo portarono a elaborare, con ottimistica serenità, una sorta di negazione della morte, con giustificazioni pseudofilosofiche che segnarono un ulteriore mutamento della sua evoluzione poetica.

Ricordiamo soltanto le opere più significative per seguire la sua evoluzione artistica e psicologica:

Serre calde (Serres Chaudes, 1889): una raccolta di liriche affascinanti per il ritmo lento e cantilenante quasi come antiche canzoni popolari. E’ la prima importante pubblicazione di Maeterlinck e quella in cui è più evidente l’adesione al simbolismo.

La principessa Malena (La princesse Maleine, 1889): dramma in cinque atti in cui domina un pessimismo tragico. L’amore tra Malena, figlia del re di Fiandra, e Hjalmar, figlio del re di Olanda, è ostacolo da sotterfugi, veleni, uccisioni nell’ambito delle corti e addirittura da una guerra fra i due regni, e termina con la morte dei due protagonisti. Infatti la morte e l’amore sono gli ingredienti essenziali dell’opera che si svolge in un’epoca imprecisata di un oscuro medioevo pieno di simboli allucinanti e misteriosi.

Pelleas e Melisanda (Pelleas et Melisande, 1892): anche in questo dramma le allegorie sono continui e l’atmosfera è quella lugubre di un tempo e di un luogo imprecisati. E’ un dramma in cui domina non la volontà umana, ma un oscuro destino. Goland, non più giovane e vedovo, nipote del vecchio re Arkel, un giorno andando a caccia incontra una strana fanciulla, Melisanda, e la sposa. La conduce con sé al castello di Arkel dove vive anche suo fratello Pelleas. Pelleas e Melisanda simpatizzano subito e Goland comincia ad essere geloso. Pelleas, per liberare il fratello da ogni dubbio, decide di partire, ma, mentre sta abbracciando la fanciulla in un ultimo saluto, Goland che li ha spiati, lo uccide e ferisce Melisanda. Poi si pente perché non è certo del tradimento. Anche Melisanda muore nel dare alla luce una bambina e invano Goland, disperato, la interroga per sapere se realmente è stato tradito.

La vita delle api (La vie des abeilles, 1901): una delle opere di divulgazione scientifica (scrisse anche: La vita delle termiti, 1927; e La vita delle formiche, 1930). L’autore stesso precisa di non voler fare un trattato, ma di voler parlare delle api come si parla a chi non lo conosce di un oggetto conosciuto e amato. In questa opera si rispecchia il mutamento di Maeterlinck nei confronti della vita: non è più il lugubre simbolista, ma si avvia sulla strada della realtà, ormai convinto che abbandonarsi alla natura è, dopo tutto, la saggezza migliore e dà consolanti certezze.



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