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Pianto antico, Giosuè Carducci: parafrasi, analisi, commento

Appunto di letteratura sulla poesia Pianto antico di Giosué Carducci in cui si trova il testo, la parafrasi, analisi e commento e le figure retoriche.
bambino-melograno-verde

Pianto antico è una poesia composta da Giosuè Carducci nel 1871 e contenuta nella raccolta Rime nuove (1887). Il poeta l'ha dedicata al figlioletto Dante, morto nel novembre del 1870 a soli tre anni.





Pianto antico: scheda poesia

Titolo Pianto antico
Autore Giosuè Carducci
Genere Poesia
Raccolta Rime nuove
Data 1871
Corrente letteraria Verista
Temi trattati Il figlioletto Dante morto all'età di tre




Pianto antico: testo poesia

L'albero a cui tendevi
la pargoletta mano,
il verde melograno
da' bei vermigli fior,

nel muto orto solingo
rinverdì tutto or ora
e giugno lo ristora
di luce e di calor.

Tu fior della mia pianta
percossa e inaridita,
tu dell'inutil vita
estremo unico fior,

sei ne la terra fredda,
sei ne la terra negra;
né il sol più ti rallegra
né ti risveglia amor.



Parafrasi

L'albero verso il quale orientavi la tua manina,
il verde e rigoglioso melograno
dai bellisimi fiori rossi,
nel silenzioso e solitario giardino,
è nuovamente rifiorito
e il mese di giugno lo matura
con il suo calore e la sua luce.
Tu figlio di questo povero corpo,
invecchiato e sciupato dal tempo,
tu unico dono di questa mia vita inutile,
giaci nella fredda terra di un camposanto,
non potrai più essere rallegrato dalla luce del sole,
né essere risvegliato dal mio amore.



Analisi del testo

Schema metrico: ode composta da 4 quartine di versi settenari. Schema ABBC, DEEC, FGGC, HIIC.

Il titolo della poesia suggerisce che molti padri, nel corso della storia, hanno pianto per la perdita dei loro figli, proprio come accaduto al poeta. Per questo motivo gli associa l'aggettivo "antico". Il tema dominante di Pianto antico è la contrapposizione ta il melograno tornato a rifiorire e il figlio del poeta che, essendo defunto, non può più ritornare, per cui la desolazione del poeta viene trasmessa attraverso un tono malinconico presente in tutta la poesa. Ma adesso andremo ad esaminare con attenzione i particolari presenti in ognuna delle quattro strofe.

1° strofa: prevale la presenza degli elementi naturali come il melograno ancora verde, i suoi fiori rossi, ma ciò che colpisce maggiormente il lettore è la visione della manina del bambino che è alzata in direzione del verde melograno o dei fiori rossi. Da notare l'uso di espressioni aggraziate come "pargoletta, bei".

2° strofa: il giardino è ritornato ad essere silenzioso e solitario dopo la morte del bambino, mentre l'albero è tornato e rifiorire al sole caldo di giugno.

3° strofa: il poeta paragona il figlioletto a un fiore, ma dato che paragona se stesso a una pianta devastata, e il riferimento va alla sofferenza per il lutto, non può rinascere come invece accade al melograno che rifà i suoi frutti ogni anno.

4° strofa: il poeta è disperato e nell'ultima strofa affronta il tema della morte, nel quale dice che suo figlio si trova in una terra gelida (al contrario del caldo mese di giugno in cui si trova l'albero) e attraverso il quale possiamo notare l'idea totalmente negativa che ha il poeta della morte. Egli conclude la poesia dicendo che purtroppo non basta il suo immenso affetto per poter risvegliare il figlioletto dal sonno della morte.

E con questa voce di angoscia si chiude la breve lirica così ricca di timbri di colore e così intensa di sentimenti e di note di luce. Nello specifico il caldo per i vivi e il freddo per i morti; e poi l'uso del colore: il verde per il melograno, il rosso per i fiori e il nero per la terra.


Significato di ogni singola parola:

TENDEVI: è il ricordo del figlio che puntava le sue mani in direzione dell'albero di melograno.
LA PARGOLETTA MANO: il vezzeggiativo della parola mano.
MELOGRANO: dalle finestre del suo studio Carducci vedeva l'albero nel cortile della casa di Bologna, in via Broccaindosso.
VERMIGLI: rossi
MUTO...SOLINGO: senza la presenza del bambino che gioca nel giardino, non è più lo stesso ed è calato il silenzio.
RIVERDI' OR ORA: è un riferimento all'albero che sta rifiorendo.
INUTIL VITA: il poeta è scosso e disperato per il lutto e si definisce inutile perché non c'è niente che possa fare.
ESTREMO UNICO: nel senso che al poeta saranno negate altre esperienze di paternità.
FREDDA: perchè non riscaldata dal sole, dato che in genere il sole è un riferimento alla vita e il buio alla morte.
TERRA NEGRA: l'espressione negra terra fa riferimento alla morte e appartiene alla terminologia di Omero.
AMOR: s'intende l'amore familiare.



Figure retoriche

  • Ipallage = "pargoletta mano" (v.2).
  • Antitesi = "verde melograno" (v.3) e "pianta percossa e inaridita" (vv. 9-10); "di luce e di calor" (v.8) e "terra fredda, terra negra" (vv. 13-14)
  • Personificazione = "nel muto orto solingo" (v.5).
  • Allitterazione della R = "verde, melograno, fior, orto, or ora, ristora, calor, amor" (vv. 3-8).
  • Allitterazione della O = "muto orto solingo tutto or ora giugno lo ristora" (vv. 5-7).
  • Apostrofe = "Tu" (v.9), rivolta al figlio.
  • Metafora = "Tu fior della mia pianta" (v. 9).
  • Iperbato = "Tu ... sei" (v. 9 e v.13).
  • Anafora = "Tu" (v.9; v.11); "sei ne la terra" (v.13; v.14); "né" (v.15; v.16).
  • Ipallage = "né il sol più ti rallegra /  né ti risveglia amor" (vv. 15-16).
  • Enjambement = "tendevi / la pargoletta mano" (vv. 1-2); "melograno /da bei vermiglio fior" (vv. 3-4); "lo ristora / di luce" (vv. 7-8); "pianta / percossa" (vv. 9-10).



Commento

È una tra le liriche più melodiose del Carducci. Il poeta ricorda quando il suo bambino si trovava sotto l'albero di melograno in fiore ma con ancora i melograni verdi e alzava la sua manina verso di essi come se volesse afferrarli. È un ricordo bellissimo, ma per quanto prezioso è solamente un ricordo e questa scena non la può più rivivere; e adesso quel giardino non è più lo stesso, sembra avvolto dalla solitudine senza la presenza del figlio. In compenso l'albero continua il suo ciclo naturale e sta rifiorendo nel clima caldo del mese di giugno. E dunque descrive il suo dolore, descrive anche la morte e la sua disperazione, che è quella che accomuna tutti i padri che hanno avuto la sfortuna di aver visto il loro figlio morire.



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