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Analisi: Il Gelsomino Notturno, Pascoli

di Giovanni Pascoli
Analisi del testo:



Per celebrare l'intima unione di due sposi, il poeta racconta la parabola dei fiori notturni: essi si aprono all'amore nel crepuscolo, per richiudersi all'alba, fecondati.
Le prime due strofe preparano l'atmosfera: è sera, l'ora più triste (perchè il poeta ripensa ai propri cari defunti), ma anche quella che anticipa i misteri della notte.
Le strofe 3-5 raffigurano la notte in più immagini: nella corolla dei fiori ormai dischiusi (vv.9-10), nell'erba che nasce...sopra le fosse (v.12), nell'immagine della Chioccetta (v.15). Ora può compiersi il rito della fecondazione anche nella casa dei novelli sposi.
L'ultima strofa contiene l'epilogo con il richiudersi dei fiori e il crescere dentro l'urna molle e segreta di una felicità nuova, cioè una nuova vita.

La metrica: 6 quartine di novenari a rime alternate, con schema ABAB. Nell'ultima quartina manca la rima tra il primo verso e il terzo. (ai vv. 21-23 c'è una rima ipermetra, petali: segreta; l'ultima sillaba di petali si elide con la prima parola del verso seguente, che inizia con la vocale u. In tal modo si origina la rima petali segreta.

Il poeta evoca simbolicamente la prima notte di nozze dell'amico Giovanni Briganti. Al rito della fecondazione allude l'immagine del fiore (il gelsomino notturno) che apre il suo calice al calar della sera, e poi esala lungo la notte il suo profumo: il fiore si schiude perchè è stato fecondato; l'aprirsi della corolla costituisce un invito ad amare. Poi però l'alba i petali del fiore si richiudono, un poco gualciti. La stessa ambiguità circonda l'immagine dell'urna molle e segreta, allusiva sia del corpo femminile, in cui si cova il frutto del concepimento, sia della sfera della morte.
La lirica ci rivela che Pascoli ebbe un rapporto con la sfera sessuale: ne era attratto ma anche respinto. Qui egli contempla un rito di fecondazione dalla parte di chi ne rimane separato, escluso. Pur volendo celebrare la fecondazione, Pascoli sa che non potrà mai avere un nido proprio. Perciò ha fasciato il testo di immagini funebri. E' l'ossessiva fedeltà ai suoi morti di famiglia a impedirgli di crearsi un altro nido: all'invito sensuale dei calici aperti, egli risponde pensando alle fosse, il luogo in cui si conserva l'urna mortuaria.



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