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Riassunto: libro Siddartha

di Hermann Hesse
Riassunto:

Siddharta è un giovane buono e generoso, piacevole d'aspetto e vivace d'intelligenza, ma costantemente inquieto e ansioso, consapevole di non potersi aspetare di più dall'ambiente in cui vive e desideroso di uscirne per cercare quello che gli manca, cioè la certezza dei brahmini, la loro fede. Siddharta capisce che anche se i saggi riescono a dargli tutto il loro sapere, mai gli daranno la conoscenza dell'Assoluto che egli potrà scoprire soltanto dentro se stesso, dopo aver fatto piena esperienza.

Analisi del testo
Questo romanzo si può dividere in tre parti simmetriche, secondo le teorie di Th. Ziolkowski:

1° parte
Sviluppa il motivo del distacco dal padre e della ricerca dell'iio che si conclude con il rifiuto della meditazione per rientrare nel mondo civile e fare un'esperienza diretta della vita.
2° parte
E' la storia delle esperienze fatte nel mondo per arrivare alla consapevolezza dell'inutilità dei piaceri effimeri e deludenti.
3° parte
E' il ritorno di Siddharta, spogliato di ogni desiderio terreno, alla meditazione. Egli cerca ormai soltanto un rapporto con l'Atman, l'anima dell'universo, per divenire una parte del Tutto, come il fiume che è sempre in movimento, ma non muta mai.

Elemento unificante e centrale di tutta la vicenda è il fiume a cui Siddharta ritorna per ritrovare il suo mondo interiore.

Commento
Tutto il romanzo di Siddharta non è che una grandiosa metafora dello spirito umano costantemente alla ricerca della felicità. Si può cercarla nel piacere dei sensi o nella ricchezza, nell'amore o nel rischio del gioco, nella superiorità intellettuale o nella forza fisica, ma non si troverà mai se non si riesce a liberare sé stessi dai desideri di ogni genere. Quando, rifiutata ogni passione si può guardare alle cose con profonda indifferenza, allora, conclude Siddharta, si è veramente liberi, spogli di tutto e pronti per elevare lo spirito verso l'Atman, l'Assoluto. Tuttavia le esperienze della vita, anche le più triviali, sono necessarie perchè arricchiscono a loro modo il mondo interiore dell'uomo e lo rendono consapevole del suo rifiuto maturando in lui, a poco a poco, la conoscenza della vera saggezza.
Tutto il romanzo è intessuto di significati simbolici da cui emerge il desiderio di Hesse di rivalutare l'individuo e di indagare nella psicologia umana per trovare lì, nell'intimo dell'uomo, la strada per superare ogni senso di smarrimento. In un periodo storico che sembrava aver perso tutte le certezze, Siddharta fu personaggio sempre amato dai giovani, specialmente da quelli degli anni Sessanta che, magari interpretandolo un po' superficialmente, lo considerarono uno di loro e vi trovarono espresse le loro stesse aspirazioni: la smania di vivere in prima persona la vita, il desiderio di distaccarsi dalla famiglia, l'ansia di nuove esperienze, il gusto del vagabondaggio; inoltre si sentirono legati a lui dalla ricerca di un mondo alternativo alla società del benessere e della superficialità. Siddharta divenne, così, il primo hippy della storia. Ma nel libro di Hesse c'è molto di più; l'incitamento a trovare dentro sé stessi i valori realmente alternativi a quelli del materialismo imperante non è una proposta di <<fuga>> reale, ma una proposta di approfondimento interiore e Siddharta, che tutto ha sperimentato e conosciuto, è il saggio che insegna e ammonisce.



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