di Ippolito Nievo
Riassunto:
Il protagonista si chiama Carlino Altoviti che rivive nel libro la sua lunga vita che attraversa la fine dell' "ancien regime" a fine settecento
All'inizio Carlino racconta la sua infanzia trascorsa nel castello di Fratta in Friuli,in un ambiente molto conservatore dove si innamora della cugina, chiamata Pisana. Quando scoppia la rivoluzione francese e arriva Napoleone questo vecchio mondo viene spazzato via. Carlino combatte per l'affermazione delle idee liberali contro i Borboni nel regno di Napoli, ma viene ferito e preso prigioniero. In carcere perde la vista. Nel frattempo Napoleone viene sconfitto a Waterloo e arriva la restaurazione. Aiutato dalla Pisana viene liberato e vanno in esilio a Londra. Carlino con una operazione riacquista la vista ma la Pisana muore subito dopo. Torna in Italia e muore nel 1848 a 80 anni vedendo l'arrivo della rivoluzione.
"La Pisana"
In questo brano la figura di Pisana si delinea con precisione perchè, pur bambina, già mostra i segni del suo carattere pieno di contraddizioni che, adulta, renderà affascinante e crudele, avida e generosa. Figlia del signor conte di Fratta e cugina di Carlino, lo tormenta con i suoi capricci e con la sua maliziosa tirannia, suscitando le sue ribellioni e le sue gelosie, Ma Carlino, anche quando si sdegna con lei, lo fa soltando per amore e ammirazione ed è sempre pronto al perdono e alla sottomissione pur di piacerle e di ottenere il suo sorriso. Siamo nel castello di Fratta, nel Friuli, dove l'ottuagenario narratore ambienta la sua infanzia. Il castello di Fratta, con <<la moltitudine dei fumaioli>> e con quella cucina e quel focolare (<< i monumenti più solenni che abbano mai gravato la superficie della terra>>) è un luogo mitico che ricorre costantemente nel romanzo come centro ideale di ricordi e di poesia.
La vita al castello
Le pagine forse più belle delle Confessioni di un italiano sono quelle in cui Carlino, il protagonista del romanzo, rievoca le sue vicende di ragazzo intraprendente, costretto a vivere in un ambiente chiuso e retrivo. Esse sono ricche di notazioni umoristiche e trasfigurano in fiaba fatti che, almeno in parte, si riferiscono all'infanzia dello stesso autore. Accanto al protagonista, domina la figura della Pisana, la bimba capricciosa e appassionata in cui, già dai primi capitoli del libro, si delinea <<il più vivo e caro e compiuto ritratto di donna che s'incontri in tutta la nostra letteratura>>.
Ciò che evidenzia in queste pagine, come in tutta la prima parte del romanzo, è la vita nel castello di Fratta, un vecchio mondo abitudinario e decrepito in cui tutto è scandito sul ritmo lento del passato. Il giovane Carlino, per sfuggire a questo senso di chiuso, sentì presto l'impulso di andarsene alla ricerca di una vita più dinamica e tesa al progresso; ma ora, ormai vecchio, ricorda quel mondo e quel castello con la benevola nostalgia con cui si contempla l'età favolosa dell'infanzia. Da ciò deriva sia il tono narrativo sereno e distaccato, proprio di una persona ormai lontana dagli avvenimenti che narra, sia l'atteggiamento ironico e un po' canzonatorio dello scrittore anche nei rguardi di sé stesso; ma il personaggio di Pisana è contemplato da lui senza ironia, anzi con affettuoso rimpianto, così che quell'idillio infantile conserva tutta la sua incantevole ingenuità e freschezza.
Riassunto:
Il protagonista si chiama Carlino Altoviti che rivive nel libro la sua lunga vita che attraversa la fine dell' "ancien regime" a fine settecento
All'inizio Carlino racconta la sua infanzia trascorsa nel castello di Fratta in Friuli,in un ambiente molto conservatore dove si innamora della cugina, chiamata Pisana. Quando scoppia la rivoluzione francese e arriva Napoleone questo vecchio mondo viene spazzato via. Carlino combatte per l'affermazione delle idee liberali contro i Borboni nel regno di Napoli, ma viene ferito e preso prigioniero. In carcere perde la vista. Nel frattempo Napoleone viene sconfitto a Waterloo e arriva la restaurazione. Aiutato dalla Pisana viene liberato e vanno in esilio a Londra. Carlino con una operazione riacquista la vista ma la Pisana muore subito dopo. Torna in Italia e muore nel 1848 a 80 anni vedendo l'arrivo della rivoluzione.
"La Pisana"
In questo brano la figura di Pisana si delinea con precisione perchè, pur bambina, già mostra i segni del suo carattere pieno di contraddizioni che, adulta, renderà affascinante e crudele, avida e generosa. Figlia del signor conte di Fratta e cugina di Carlino, lo tormenta con i suoi capricci e con la sua maliziosa tirannia, suscitando le sue ribellioni e le sue gelosie, Ma Carlino, anche quando si sdegna con lei, lo fa soltando per amore e ammirazione ed è sempre pronto al perdono e alla sottomissione pur di piacerle e di ottenere il suo sorriso. Siamo nel castello di Fratta, nel Friuli, dove l'ottuagenario narratore ambienta la sua infanzia. Il castello di Fratta, con <<la moltitudine dei fumaioli>> e con quella cucina e quel focolare (<< i monumenti più solenni che abbano mai gravato la superficie della terra>>) è un luogo mitico che ricorre costantemente nel romanzo come centro ideale di ricordi e di poesia.
La vita al castello
Le pagine forse più belle delle Confessioni di un italiano sono quelle in cui Carlino, il protagonista del romanzo, rievoca le sue vicende di ragazzo intraprendente, costretto a vivere in un ambiente chiuso e retrivo. Esse sono ricche di notazioni umoristiche e trasfigurano in fiaba fatti che, almeno in parte, si riferiscono all'infanzia dello stesso autore. Accanto al protagonista, domina la figura della Pisana, la bimba capricciosa e appassionata in cui, già dai primi capitoli del libro, si delinea <<il più vivo e caro e compiuto ritratto di donna che s'incontri in tutta la nostra letteratura>>.
Ciò che evidenzia in queste pagine, come in tutta la prima parte del romanzo, è la vita nel castello di Fratta, un vecchio mondo abitudinario e decrepito in cui tutto è scandito sul ritmo lento del passato. Il giovane Carlino, per sfuggire a questo senso di chiuso, sentì presto l'impulso di andarsene alla ricerca di una vita più dinamica e tesa al progresso; ma ora, ormai vecchio, ricorda quel mondo e quel castello con la benevola nostalgia con cui si contempla l'età favolosa dell'infanzia. Da ciò deriva sia il tono narrativo sereno e distaccato, proprio di una persona ormai lontana dagli avvenimenti che narra, sia l'atteggiamento ironico e un po' canzonatorio dello scrittore anche nei rguardi di sé stesso; ma il personaggio di Pisana è contemplato da lui senza ironia, anzi con affettuoso rimpianto, così che quell'idillio infantile conserva tutta la sua incantevole ingenuità e freschezza.