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La Crisi Del XIV Secolo


Evidenziare gli aspetti più significativi del processo di trasformazione economica, politica e religiosa del secolo XIV.

Il secolo XIV è un periodo molto difficile per la popolazione, da un punto di vista religioso, politico ed economico. Mentre il Duecento è un periodo di relativo progresso economico, ma verso la fine si verificò un incremento della popolazione che toccò il tetto massimo con le risorse disponibili e ciò portò a una forte crisi infatti con l'emergere dell'idea di guadagni facili, si verificò un abbandono delle campagne per un riversamento nel bosco, infatti da esso si potevano ricavare tanta ricchezza senza tanta fatica e a poco costo. Con l'abbandono delle campagne c'è meno gente che vi lavora e inoltre i cambiamenti climatici, portarono ad una radicale diminuzione dei prodotti agricoli, si verificò dunque un'impennata dei prezzi e dato che le condizioni delle popolazioni erano misere non potendo acquistare il necessario per vivere cominciarono a indebolirsi e presero il sopravvento molte malattie tra le più micidiali e che interessarono l'Europa a più riprese per circa un secolo fu la peste. Ovviamente ci fu una forte riduzione della popolazione che non interessò solo i ceti poveri ma anche i ceti medi e ricchi.
I commerci specie con l'oriente diminuirono fortemente perché la gente non aveva più bisogno di cose pregiate quali stoffe di seta o ricchi cibi e si verificò un adattamento del commercio in quanti vennero venduti fustagni e cose poco costose tali da poter essere comprate anche dai più poveri. Proprio in questo periodo di impoverimento totale si può notare che pochi riuscirono a conservare il loro prestigio e il loro potere, anche molti nobili caddero in miseria e i poveri diventarono sempre più poveri, mentre erano pochissimi coloro che riuscirono a conservare i propri privilegi riuscendo a prevalere sugli altri imponendosi con la forza anche servendosi di eserciti mercenari. Il ceto medio danneggiato da questa situazione cominciò a ribellioni con l'appoggio dei nobili decaduti dal popolo, ciò avvenne sia in Francia e in Inghilterra, ma non ci furono altro che inutili spargimenti di sangue, infatti i sovrani riuscirono a placarli. In questo secolo si verificò la decadenza dei comuni e la nascita delle signorie, e lo stato frantumato ulteriormente, non riuscendo ad attuare quella unità politica che all'estero vide prevalere il formarsi di stati nazionali accentrati nelle mani di pochi sovrani che cominciarono ad espandere i confini dei loro regni soprattutto a danno dell'Italia, che fu da sempre contesa. In Italia arrivò tra tanti Carlo D'Angiò, sovrano francese, che desiderava espandersi, infatti conquistò la Sicilia, e poiché era molto odiato dalla popolazione per aggravare la situazione trasferì la capitale da Palermo a Napoli, inoltre fece pressione anche allo Stato pontificio, infatti con la cattività babilonese cioè con il trasferimento forzato del papa da Roma ad Avignone, fu un atto di subordinazione al sovrano francese. In Sicilia intanto il malcontento cresceva e la popolazione si ribellò, con la rivolta dei Vespri, riuscendo a cacciare gli Angioini. La visione religiosa è incerta in quanto l'allontanamento del papa dalla sua sede fu visto come una cosa terribile, in questo periodo siamo in presenza di uno scisma che portò l'Europa ad avere più papi eletti dai potenti secondo le loro esigenze politiche.



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