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Finzioni di Jorge Luis Borges

Analisi:
Finzioni è una raccolta di 17 racconti, divisa in due sezioni: Il giardino dei entieri che si biforcano e Artifizi. La prima edizione dell'opera risale al 1944; a quell'epoca molti racconti erano già stati precedentemente pubblicati su riviste. La seconda edizione, accresciuta di tre racconti uscì nel 1956. Alcuni di questi testi (Tlon, Uqbar, Orbis Tertius, Pierre Menard autore del Chisciotte, le rovine circolari, La lotteria a Babilonia, La Biblioteca di Babele, Funes, o della memoria) sono giustamente considerati veri capolavori della letteratura novecentesca.
I racconti di Borges appartengono in senso lato al genere fantastico. In realtà la loro complessità e ricchezza li rende creazioni del tutto originali. Vi sono temi ricorrenti ma continuamente variati dall'uno all'altro testo: il mistero dell'universo, della vita e della morte; l'enigma del tempo; il problema di Dio; il mondo dei libri e della letteratura, gli incerti confini tra realtà e finzione, tra libertà e caso, tra tempo ed eternità. Anche alcuni simboli si ripresentano dall'uno all'altro testo (il labirinto, lo specchio,, gli scacchi, la tigre, la biblioteca, il duello), per raffigurare emblematicamente la complessività del mondo e dei suoi segni e linguaggi.
Lo stile appare preciso, incisivo, nitido, ma l'apparente sobrietà convive con costanti richiami letterari, filosofici, teologici, mitologici, scientifici, frutto della cultura vastissima ed enciclopedica dell'autore. Il lettore incontra così un universo letterario arduo e sorprendente, dove l'apparente realismo alcuni racconti sembrano ispirati alla narrativa poliziesca, altri invece sono orchestrati come articoli d critica letteraria, convive con il paradossso, con l'ironia e con un profondo livello simbolico.


La biblioteca di Babele
Il racconto è un illustre esempio del fantastico di Borges, insieme ludico e irrazionale: la grande Biblioteca che racchiude tutti i libri esistenti al mondo ma che non ne permette la lettura, perchè nessuno di quei volumi è comprensibile, questo immenso spazio occupato da una scrittura non decifrabile, diventa il simbolo dell'universo e sei suoi segni non decodificabili.
La prima frase del racconto indica tra parentesi, quasi come un'annotazione secondaria, la coincidenza tra l'universo e la Biblioteca. Questa è una decisiva chiave di lettura: l'universo è un immensa Biblioteca che ospita tutti i libri reali e tutti quelli possibili; in esso ogni realtà è riducibile a scrittura o, meglio, a combinazioni di lettere. Questo universo ha la struttura di un'interminabile scaffalatura che si ripete specularmente, galleria dopo galleria, illuminata da frutti sferici che hanno il nome di lampade. Si evidenzia qui il carattere fantastico della narrativa di Borges, che costruisce mondi dove anche gli oggetti della realtà quotidiana, in questo caso le lampade, sono trasfigurati in una dimensione nuova.
Il seguito mostra l'attività di ricerca degli uomini: essi si sforzano di ritrovare un libro a cui non giungeranno mai. Aspirano probabilmente al catalogo dei cataloghi, cioè alla guida con cui poter ricostruire (forse) l'ordine con cui la Biblioteca è disposta. In tale ricerca si affannano diverse categorie di individui:
-gli idealisti credono di poter attribuire un ordine assoluto e razionale all'infinità della Biblioteca;
-i mistici avanzano ipotesi sull'esistenza di Dio, il cui aspetto è ancora una volta riconducibile al libro. Ma questa divinità non è sopra il mondo ma dentro di esso: La Biblioteca è una sfera il cui centro esatto è qualsiasi esagono. Ciò significa che in ogni punto dell'universo si è al centro e che, dunque, non è possibile una visione unica e sintetica della realtà.
La successiva descrizione dell'universo-Biblioteca rivela il carattere di gioco intellettuale tipico della scrittura di Borges: A ciascuna parete di ciascun esagono corrispondono cinque scaffali; ciascuno scaffale contiene trentadue libri... ciascuno libro è di quattrocentodieci pagine; ciascuna pagina di quaranta righe... Tale assoluta regolarità rivela un universo fondato sulla razionalità matematica, come confermano gli assiomi che fissano i principi fondamentali dell'universo-Biblioteca. L'esposizione e il commento di questi assiomi rivelano che nessuna conoscenza può svelare la totalità racchiusa nei volumi della Biblioteca: il mistero dell'universo rimane tale, perchè trascende l'esistenza dell'uomo. Quest'ultimo è solo un imperfetto bibliotecario: l'immagine mette a nudo il limite intrinseco della natura umana.
La biblioteca di Babele è considerato il simbolo di una particolare poetica, per la quale la scrittura letteraria non perseue più la rappresentazione della realtà, ma costruisce un mondo tutto suo, di blocchi diversi di testo. Da tale visione sono derivate numerose esperienze d'avanguardia, come la letteratura combinatoria dell'Oulipo e il postmoderno, concordi nel ritenere la scrittura letteraria come una delle tante, possibili combinazioni ottenibili manipolando differenti materiali narrativi. Anche il carattere simbolico-allegorico della scrittura di Borges (che, dietro la creazione di un mondo fantastico, propone gli interrogativi del mondo reale) è entrato a far parte del bagaglio di molti autori estranei al realismo e attratti da una narrativa fondata sul gioco e sulla fantasia.



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