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D'Annunzio: Il Programma del Superuomo

di Gabriele D'Annunzio
Riassunto:


Cantelmo è un nobile disgustato dalla società dell'epoca e sogna uno stato d'élite, in cui immagina di generare il futuro re di Roma (il superuomo), colui che doveva essere destinato alla guida dell'Italia verso la conquista del mondo. In un primo momento si dedica all'arte e alla letteratura, che sostituisce l'azione; successivamente si dedica alla ricerca di una donna che gli darà come figlio il superuomo. Conosce una nobile casata borbonica in cui ci sono tre sorelle isolate. In realtà non sceglie nessuna delle tre sorelle, ma resta in loro contemplazione.

Analisi del testo
Cantelmo sa toccare le corde giuste sia per convincere gli intellettuali, che hanno perduto il loro tradizionale prestigio sociale, sia per sollecitare l'aristocrazia, che si sta invilendo nella nostalgia di un passato glorioso.
Il suo discorso si sviluppa in tre sequenze:
-La proclamazione dell'ideologia politica del superuomo, impregnata di estetismo e senso della superiorità dei pochi sui molti, e la proclamazione del suo compito sociale: affermare il primato della bellezza, intesa in senso lato.
-L'appello ai poeti, invitati a difendere la Bellezza e la tradizione (i libri, le statue, le tele) che da essa deriva, a non contaminare la poesia con argomenti troppo bassi, e a rendersi coscienti della propria superiorità intellettuale;
-L'appello ai patrizi a non scendere a patti con la gestione democratica della politica. I nobili devono rivendicare la propria naturale superiorità di stirpe, che non può mescolarsi con l'esistenza comune e volgare: essi per esempio non dovranno accettare il sistema delle votazioni, altrimenti si ritroveranno governati dai loro sarti, cappellai, calzolai ecc...
Il brano costituisce una violenta requisitoria (atto d'accusa) e, allo stesso tempo, un appello (invito all'azione) e un proclama ideologico-politico.
Atto di accusa: lo sdegno verso lo spettacolo indecoroso della politica contemporanea (...uno spettacolo miserabile di bassezza e di disonore).
Appello: il superuomo non sta inerte a guardare cosa accade; prende l'iniziativa per modificare la realtà. Arringa dunque la folla utilizzando il fascino della parola e sollecitando all'azione, mescolando la forza e astuzia secondo necessità:
benché infatti si rivolga ai poeti e ai patrizi, è evidente che di fatto sta cercando di persuadere la folla e seguirlo.
Proclama politico: l'ammirazione per le forme di vita e di potere aristocratiche e superiori ( il re, il papa, i nobili) è mista a tristezza, perchè esse appaiono ormai rovinate in nome del principio di uguaglianza. Per questo il superuomo invita i nobili ad agire, subito, per affermare una visione aristocratica del mondo e del potere.
Per quanto riguarda lo stile, il testo possiede una natura gridata, intrinsecamente violenta. Il proclama di Cantelmo costituisce un esempio concreto dell'oratoria superomistica: è un luogo monologo, ricco di immagini preziose e di enfasi retorica che, in realtà nascondono una sostanziale povertà di idee. Del resto il superuomo non ha bisogno di argomentare o dimostrare nulla; la sua missione sta tutta nell'affermare, nel sentenziare, nel dare ordini. Il suo linguaggio è aggressivo ed accede in sentenze per impressionare i destinatari. Per D'Annunzio parola e cultura sono strumenti di potere, utili a mutare la storia, prima del pensiero; finalizzati a dominare, più che a liberare l'umanità.



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