Leggete questo testo e poi lo analizziamo pian piano: Il freddo insolito della prima decade di maggio, le piogge continue su tutta l’Italia hanno alterato l’equilibrio ecologico di alcune regioni delle medie latitudini. La situazione determinatasi nei giorni scorsi è stata causata da una depressione secondaria formatasi sul medio Tirreno a causa del contrasto fra l’aria stagnante sul mare e quella molto più fredda proveniente dal nord, convogliata da un vastissimo anticiclone esteso dalle Azzorre alla Scandinavia. Vi siete accorti che il testo letto è differisce da quello scritto, nel senso che noi pronunciamo la parola non separate le une dalle altre, ma unite tra loro a gruppi, secondo il senso, il ritmo e l’intonazione. E pronunciamo, per esempio, come se fosse scritto ilfreddo insolito della prima decadedimaggio, lepiogge ecc. o addirittura ilfreddinsolito ecc. Le frasi però non sono pronunciate tutte allo stesso modo, ma hanno diversi toni e altezze, cioè diverse curve melodiche a seconda delle funzioni. Una frase come domani arriva il babbo, per esempio, può essere pronunciata per: informare – domani arriva il babbo chiedere – domani arriva il babbo? Esprimere sorpresa – domani arriva il babbo?! Esprimere gioia – domani arriva il babbo!!! Incoraggiare – domani arriva il babbo Promettere – domani arriva il babbo Concludere – domani arriva il babbo L’andamento dell’altezza o linea melodica di un gruppo di parole distingue dunque il valore dichiarativo, interrogativo, dubitativo ecc. di una frase. - Nelle dichiarazioni la voce diminuisce: Marco va a scuola - Nelle interrogazioni la voce cresce: Marco va a scuola? La linea melodica in ascesa sottolinea le parole che vogliamo precisare o mettere in evidenza: MARCO va a scuola (non Fabio) Marco va A SCUOLA (non a casa) Marco VA a scuola (e non torna da scuola). Il tono della voce varia a seconda delle situazioni, delle emozioni, delle tensioni, degli atteggiamenti ecc. Il TONO ALTO indica eccitazione, rabbia, entusiasmo, comando ecc: Il TONO BASSO indica stanchezza, rassegnazione, sorpresa, amarezza ecc. L’intonazione non è uguale per tutti i parlanti. Anzi, varia molto da regione a regione, per cui, oltre che dalla pronuncia, riusciamo a identificare la provenienza del parlante dall’intonazione detta anche decadenza o accento: parla con accento milanese; ha la cadenza veneta. Le pause Oltre che dell’intonazione occorre tener conto anche delle pause, del tempo con cui noi pronunciamo le diverse parole: ci vado io detto in fretta è ben diverso da ci-va-do-io pronunciato scandendo bene le sillabe, e mettendo l’accento con forza sulla I di IO. Nel primo caso dico semplicemente che ci vado io, nel secondo invece preciso che ci voglio andare io. |