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Capitolo 37 I Promessi Sposi - Riassunto

Riassunto del trentasettesimo capitolo (cap. XXXVII) del romanzo I Promessi Sposi di Alessandro Manzoni.


Dove: nel paese dei promessi sposi, nel paese di Bortolo, a Milano, a Pasturo.

Quando: lo stesso giorno di fine agosto 1630, i tre giorni successivi e quelli che seguono, fino al termine della quarantena di Lucia, a circa metà ottobre.

Chi: Renzo, l’amico, Agnese, Bortolo, Lucia, la mercantessa, don Ferrante.



Sintesi

Renzo in viaggio: dal lazzeretto al suo paese
Appena Renzo è uscito dal lazzeretto, inizia a piovere e presto a diluviare; ma il giovane non se ne cura, anzi gioisce, come se la pioggia lavasse via tutte le ansie e le paure che l’avevano accompagnato nel viaggio di andata. Egli sarebbe ancora più contento se sapesse che quella pioggia porterà via anche la peste. Renzo cammina allegramente, ripensando a tutti i fatti di una giornata tanto densa di emozioni; a sera giunge a Sesto, dove compra due pani; a notte fonda è a Monza. Troppo eccitato per fermarsi, prosegue il suo cammino lungo le strade ridotte a un acquitrino; intanto ripercorre con il pensiero gli avvenimenti degli ultimi anni, ai quali contrappone le prospettive di un futuro finalmente felice. Sotto un’acquerugiola fine giunge all’Adda; è ormai l’alba, alla cui luce incerta Renzo scorge il profilo del Resegone e i luoghi a lui familiari.


A casa dell’amico
Fradicio dalla testa ai piedi e inzaccherato di fango, Renzo si ferma dall’amico che già lo aveva ospitato quando era passato dal paese, prima di recarsi a Milano. Nuovamente viene accolto con affetto, riscaldato e rifocillato con latte appena munto e polenta. Con l’amico Renzo trascorre l’intera giornata, raccontandogli le ultime avventure, mentre continua a piovigginare; fa poi una scappata alla casa di Agnese, soprattutto per vedere una certa finestra. Esausto, decide di riposarsi.


A Pasturo: l’incontro con Agnese
Il mattino successivo, Renzo parte per Pasturo, dove vive Agnese. Mentre la donna è ancora alla finestra, il giovane le annuncia in sintesi le belle notizie; poi, più distesamente, racconta tutta la storia, stando seduto su una panca dell’orto, a debita distanza da Agnese, che non ha ancora avuto la peste. I due sono d’accordo di trasferirsi, finita la peste e celebrato il matrimonio, nel paese del bergamasco dove Renzo aveva un lavoro ben avviato; nel frattempo, appena cessato il pericolo del contagio, madre e figlia si riuniranno nella loro casa, al paese. Prima di partire, Renzo promette di tornare a Pasturo per comunicare altre notizie ad Agnese; le offre anche i cinquanta scudi che ha ancora in serbo, ma Agnese rifiuta: potranno servire a metter su casa.


Nel paese di Bortolo
Tornato per la notte a casa dell’amico, il giorno successivo Renzo riparte, diretto al paese di Bortolo, nel bergamasco. Il cugino è in buona salute e desideroso di accaparrarsi un buon filatore di seta come Renzo. Questi è alla ricerca di una casa più grande; trovatala, la rifornisce di mobili e di tutto il necessario, intaccando non solo i suoi risparmi, ma anche il gruzzolo donato dall’innominato; i bassi prezzi, a causa della scarsa richiesta, gli permettono tuttavia di realizzare buoni affari.


Renzo di nuovo al suo paese, in attesa di Lucia
Dopo alcuni giorni, Renzo torna a Pasturo, per riaccompagnare Agnese nella sua casa, in attesa dell’arrivo di Lucia e della mercantessa. Agnese prepara l’accoglienza e inganna il tempo filando seta; Renzo, che è anche un abile contadino, aiuta nei campi l’amico che lo ospita e lavora l’orto di Agnese; la sua vigna, invece, è troppo incolta e preferisce non occuparsene, tanto più che progetta di vendere casa e terreno prima di trasferirsi nel bergamasco. Del bando non si preoccupa, ha ragione; da don Abbondio si tiene lontano, non volendo rischiare di alimentare le paure col parlare di matrimonio; con Agnese, invece, fa progetti per l’avvenire.


Lucia in quarantena a Milano
Nel frattempo, Lucia si trova a Milano, ospite della mercantessa per la quarantena. Qui, mentre lavora nell’allestimento del corredo per le nozze, riceve notizie riguardanti Gertrude che, accusata di colpe infamanti e trasferita in un monastero di Milano, si è ravveduta, e fra Cristoforo, la cui morte le causa molto dolore ma nessuna meraviglia. Ritenendolo un suo dovere, si reca poi a casa di donna Prassede e di don Ferrante per chiedere loro notizie. Lucia scopre così che sono morti entrambi, vittime di quel contagio che, per colmo di ironia, don Ferrante aveva negato fino all’ultimo, attribuendo invece la malattia agli influssi celesti e rifiutandosi di prendere alcuna precauzione.


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