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La Musica Classica

C'è uno stretto rapporto tra Classicismo e Illuminismo

Alla metà del Settecento si sviluppa in Europa un movimento culturale che prende il nome di illuminismo.
Gli illuministi propongono di usare la ragione come strumento per risolvere tutti i problemi, per “illuminare” (da qui il nome) tutti i misteri: quella della natura, quelli dell’animo umano e così via.
Anche sul piano artistico, naturalmente, l’influenza di questo movimento si fa sentire: per gli illuministi anche l’arte deve essere vissuta all'insegna della chiarezza, della razionalità, dell’ordine.
Sono questi i criteri che caratterizzano un’epoca nuova, rispetto al barocco: un’epoca che chiamiamo classica e che va dalla metà del Settecento all'inizio dell’Ottocento.

Il Settecento: nasce l'orchestra moderna

Il Classicismo musicale, naturalmente, si basa anche su elementi più propriamente tecnici, musicali, e non solo genericamente filosofici. Nel corso del Settecento infatti si organizza l'orchestra moderna, prende piede uno strumento come il pianoforte e si elabora un'importante forma musicale, la forma-sonata. Prendiamo in considerazione questi elementi, prima di parlare di Haydn, di Mozart e di Beethoven, che sono i grandi maestri del Classicismo musicale.
Fino alla metà del Settecento l'orchestra era formata quasi esclusivamente dagli strumenti ad arco; i fiati, quando c'erano, facevano parte del concertino (nel concorso grosso) oppure erano strumenti solisti. L'orchestra moderna che acquista la sua fisionomia proprio nella seconda metà del Settecento, si basa sempre principalmente su violini, viole, violoncelli e contrabbassi, ma si arricchisce di due oboi, poi via via di due corni, due flauti due fagotti, due trombe, quindi di due clarinetti e infine di qualche trombone e di qualche percussione.
Nell'Ottocento i fiati e le percussioni cresceranno ancora molti di numero e di importanza, ma la struttura fondamentale resterà quella stabilità nel secolo precedente.

Il pianoforte al posto del clavicembalo

Il clavicembalo è uno strumento a tastiera con corde pizzicate: la potenza e la varietà del suo suono sono perciò abbastanza limitate. All'inizio del Settecento un costruttore di clavicembali, Bartolomeo Cristofori, inventò uno strumento in cui la tastiera permetteva non di pizzicare, ma di percuotere le corde con un martelletto.
Il suono che si otteneva in questo modo era molto più robusto, e soprattutto l’esecutore poteva variarne l’intensità a seconda della pressione esercitata sui tasti, ottenendo suoni piano e forte.
Il pianoforte (così venne chiamato il nuovo strumento) si diffuse dapprima lentamente, ma nella seconda metà del secolo affiancò il vecchio clavicembalo, arrivando nell'Ottocento a sostituirlo completamente.

La forma-sonata rappresenta il culmine del Classicismo

Con “forma-sonata” si indica il tipo di struttura su cui si basano alcuni compositori per scrivere le loro opere.
Per capire come è fatta questa struttura, immaginiamo di dover comporre un pezzo musicale. Incominceremo inventando un tema, per esempio un tema di carattere allegro, vivace, robusto.
A questo tema ne affiancheremo un secondo di carattere diverso, più dolce, più triste.
Su questi due temi si basa il nostro pezzo; ora si tratta di elaborarli, di svilupparli. Nella seconda parte del nostro pezzo prenderemo quindi i due temi e li metteremo insieme, li spezzetteremo, li capovolgeremo, insomma ci divertiremo a trovare tutte le possibili combinazioni.
Alla fine di questa seconda parte, però, per non lasciare confuso l’ascoltatore, ripeteremo i due temi iniziali, che sembreranno, dopo quell'elaborazione, più belli ed espressivi che all'inizio.
La forma-sonata è quindi basata su due temi ed è suddivisa in tre parti: l’esposizione (in cui facciamo sentire i temi), lo sviluppo (in cui rielaboriamo i due temi) e la ripresa (in cui facciamo risentire i temi).
Si tratta quindi di una struttura molto ordinata, molto chiara, che fa capire bene all'ascoltatore il modo in cui il compositore ha organizzato la sua materia. Una struttura, insomma particolarmente adatta a un’epoca illuministica come il secondo Settecento.

La forma-sonata non è un’intera composizione

Attenzione però a non confondere la forma sonata con la sonata. La sonata è infatti un’intera composizione per strumento solista o per duo, mentre la forma-sonata rappresenta solo una parte, un tempo della sonata.
La sonata settecentesca si basava infatti su diversi tempi; o movimenti. Il compositore usava solidamente la forma-sonata per il primo tempo (Allegro). Nel secondo (Adagio, Andante o Largo) cambiava completamente, poi, inseriva, ricorrendo per esempio a un’aria. Nel terzo movimento, poi, inseriva un minuetto, e nell'ultimo arrivava infine a un altro Allegro, che poteva essere ancora una forma-sonata.
Su questa stessa struttura si basano anche i trii (pezzi per tre strumenti), i quartetti (per quattro), i quintetti, i sestetti, i settimini, e così via fino alle sinfonie (che sono delle sonate per orchestra, eredi del concerto di gruppo dell’epoca barocca.
Il concerto grosso scompare nella seconda metà del Settecento; il concerto solista acquista invece sempre maggiore importanza. Esso ha una struttura simile a quella della sonata, ma è formato da soli tre tempi, mancando il minuetto.



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