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Capitolo 4 I Promessi Sposi - Riassunto

Riassunto del quarto capitolo (cap. IV) del romanzo I Promessi Sposi di Alessandro Manzoni.
Il duello tra Lodovico e "un signor tale, arrogante e soverchiatore di professione"


Dove: la strada del convento di Pescarenico, alla casa di Lucia.

Quando: la mattina del 9 novembre 1628.

Chi: padre Cristoforo (Lodovico); il padre di Lodovico; i bravi del giovane; il signorotto e i suoi bravi; il servo Cristoforo; il fratello dell'ucciso.


Sintesi


Il padre Cristoforo si incammina verso la casa di Lucia
All'alba, il padre Cristoforo esce dal convento di Pescarenico per rispondere alla richiesta di aiuto di Lucia, trasmessagli da fra Galdino. Il narratore descrive il paesaggio autunnale, in sé bello, ma segnato dalla carestia. Descrive quindi l'aspetto di fra Cristoforo, in un ritratto nel quale i dati psicologici hanno la prevalenza su quelli puramente fisici.


La storia di padre Cristoforo: la condizione sociale e le aspirazioni della giovinezza
Per spiegare al lettore chi fosse padre Cristoforo, il narratore apre un'ampia digressione: un flashback che occupa quasi l'intero capitolo. Figlio di un mercante, Lodovico (questo il nome di battesimo di fra Cristoforo) era cresciuto fra gli agi che la ricchezza paterna gli consentiva. Rifiutato dai nobili, suoi coetanei, per la sua nascita borghese, aveva cominciato a contrastarli facendosi protettore dei deboli, un po' per ripicca, un po' per sincera avversione all'ingiustizia. Inevitabilmente, era stato costretto a servirsi di metodi violenti, valendosi dell'opera dei bravi; sentiva però la contraddizione in cui viveva, al punto che talvolta aveva immaginato di uscirne facendosi frate.


Il duello con il nobile prepotente: un evento cruciale nella vita di Lodovico
Un giorno, nelle vie della sua città, Lodovico ingaggia un duello con un nobile, per una questione di precedenza. Il suo servo Cristoforo, che interviene per difenderlo, è colpito a morte dal nobile; questi viene a sua volta trapassato dalla spada di Ludovico. La folla che ha assistito allo scontro trascina Ludovico in una chiesa di cappuccini: chiese e conventi godevano a quell'epoca del diritto di asilo, erano cioè territori sottratti all'intervento della giustizia.


La vocazione religiosa
Durante la permanenza in convento, Lodovico matura, in fasi successive, la decisione di farsi frate e, affinché il ricordo del fatto di sangue che ha segnato la sua vita gli sia continuamente presente, assume il nome del servitore che era morto per lui, chiamandosi fra Cristoforo.


La richiesta di perdono alla famiglia del nobile ucciso
Fra Cristoforo chiede di incontrare il fratello del nobile ucciso, per riceverne il perdono. La scena si svolge nel palazzo nobiliare, dove è stata invitata una folla di parenti, per godere della mortificazione del frate. Ma l'atteggiamento umile di fra Cristoforo e lo sue parole evidentemente sincere conquistano l'animo di tutti.
Al fratello dell'ucciso, che vorrebbe trattenerlo a mensa, fra Cristoforo chiede soltanto un pane: ne conserverà un pezzo, in ricordo della pacificazione avvenuta.
Inizia così la sua vita religiosa, che egli sente soprattutto come una missione di portatore di pace e di difensore dei deboli. Si conclude con queste considerazioni il lungo flashback sulla biografia di fra Cristoforo.


L'arrivo del padre Cristoforo a casa di Lucia
Il frate, ormai giunto a casa di Lucia e Agnese, è accolto dalle donne con esclamazioni di ringraziamento.


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