La faccenda del plurale dei nomi che al singolare terminano in -cia e in -gia (con "i" non accentata) è fra quelle più discusse nella grammatica italiana. Alcuni ritengono la presenza della "i" nella forma plurale di certi sostantivi superflua perché nella pronuncia è irrilevante, mentre per altri è importante in quanto è entrata nell'uso quotidiano. Difatti vi sono due possibilità:
- possono mantenere la i → plurale in -cie.
- possono perdere la i → plurale in -ce.
La regola grammaticale
Per stabilire quale dei due casi possibili è quello corretto da utilizzare ci viene incontro una regoletta grammaticale che funziona nel seguente modo:- se, nel singolare, -cia è preceduto da vocale, allora la parola ha plurale in -cie.
- se, nel singolare, -cia è preceduto da consonante (come nel caso di denuncia), allora la parola ha plurale in -ce.
Esempio
Le parole come camicia, ciliegia, valigia, passando al plurale mantengono la i:camicia → camicie.
ciliegia → ciliegie
valigia → valigie
Le parole come provincia, buccia, goccia, passando al plurale perdono la i:
denuncia → denunce
buccia → bucce
goccia → gocce
Eccezioni
Alla regola grammaticale precedentemente accennata fanno eccezione tutte quelle parole che possiedono l'accento tonico che ricade sulla "i".magia → magie
emorragia → emorragie
Ritornando al termine "denuncia", il plurale come già detto è "denunce", tuttavia anche la forma plurale "denuncie" con la i viene presa in considerazione. Quest'ultima è ormai caduta in disuso e sarebbe meglio non utilizzarla nell'italiano scritto e in modo particolare in quello formale.