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La volpe e l'uva

Testo originale della favola "La volpe e l'uva" scritta da Esopo e da Fedro, inoltre trovate anche la spiegazione, la morale e l'analisi del testo.

La volpe e l'uva è una delle più celebri favole attribuite a Esopo, talmente famosa che da essa deriva il proverbio "Fare come la volpe con l'uva". Anche il proverbio persiano "Il gatto che non può raggiungere la carne dice che ha un cattivo odore" pur essendo scritto diversamente riprende lo stesso concetto.
In questa pagina trovate sia la versione di Esopo tradotta dal greco, sia quella di Fedro tradotta dal latino. Queste due sono le uniche originali, tutte le altre reperibili in rete sono favole abbellite con informazioni aggiuntive e nuovi personaggi per rendere più piacevole la lettura ai bambini. Nonostante le diverse varianti il significato finale rimane sempre lo stesso.


Testo (Esopo):
Una volpe affamata, come vide dei grappoli d'uva che pendevano da una vite, desiderò afferrarli ma non ne fu in grado. Allontanandosi però disse fra sé: «Sono acerbi.» Così anche alcuni tra gli uomini, che per incapacità non riescono a superare le difficoltà, accusano le circostanze.


Testo (Fedro):
Spinta dalla fame una volpe tenta di raggiungere un grappolo d'uva posto sin alto sulla vite, saltando con tutte le sue forze. Non potendo raggiungerla, esclama: "Non è ancora matura; non voglio coglierla acerba!". Coloro che sminuiscono a parole ciò che non possono fare, debbono applicare a se stessi questo paradigma.


Testo (per bambini):
C'era una volta una volpe molto furba.
Al suo apparire tutti gli animali del bosco fuggivano,
sapendo quanto fosse crudele e insaziabile,
tanto che alla fine si ritrovò senza più niente da mangiare.
Affamata, la volpe giunse in un vigneto.
Passò di fianco a dei tralci di vite da cui pendevano
grossi grappoli d'uva matura,
che parevano dolci e succosi.
"Uva? Con la fame che ho, meglio che niente..."
si disse la volpe.
Così si alzò sulle zampe posteriori e saltò
con agilità per afferrare un po' d'uva,
ma non riuscì a raggiungerla.
Allora si allontanò per prendere la rincorsa e provò ancora,
con tutte le sue forze.
Riprovò più e più volte, con ostinazione ma senza alcun successo:
i grappoli d'uva sembravano sempre più lontani.
"Cra! Cra! Cra!" rideva dall'alto di un ramo una cornacchia,
prendendosi gioco di lei.
" Quest'uva è troppo acerba!
Poco importa se non riesco ad afferrarla...
ritornerò quando sarà matura!"
Concluse ad alta voce la volpe,
gonfiando il petto per darsi un contegno,
nonostante la delusione patita e la pancia vuota.


Analisi del testo


Tipologia: favola.

Personaggi: la volpe. 

Spiegazione: Al contrario di altre favole o racconti, la volpe non è astuta, bensì incapace di raggiungere un obiettivo che si era prefissata: arrivare all'uva con un salto per sfamarsi. Ancora affamata e frustrata per non essere riuscita ad arrivare all'uva, si allontana dicendo che "non è ancora matura". Con tale espressione, la volpe vuol far credere che è inutile fare tanti sforzi per un grappolo d’uva acerba; l'unica che probabilmente è riuscita a ingannare è solo se stessa.

Morale: La morale del racconto è che non bisogna disprezzare ciò che non si può ottenere. Questo comportamento della volpe è una tipica abitudine di quelle persone che non riescono ad ammettere di non essere portati per fare un determinato lavoro e, per nascondere le proprie lacune, mentono sapendo di mentire: cambiando discorso, dando la colpa ad altro, spregiandolo. Ad esempio, chi vorrebbe vincere ma uscendone alla fine sconfitto nega di aver desiderato la vittoria, oppure disprezza il premio mancato. Da ciò si può trarre l'insegnamento che senza impegno ed umiltà diventa impossibile raggiungere grandi obiettivi nella vita.



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