Testo:
[De] dentro da la nieve esce lo foco,adimorando ne la sua gialura,
e vincela lo sole a poco a poco:
divien cristallo l'aigua, tant'è dura;
e quella fiamma si parte da loco,
e[n]contra de la sua prima natura;
e voi, madonna, lo tenete a gioco:
com' più vi prego, più mi state dura.
Ma questo ag[g]io veduto: per istando
l'acerbo pomo in dolce ritornare;
ma vostro core già non s'inamora.
La dolce cera, vede, pur clamando
li augelli vi convitano d'amare:
amar conven, la dolce criatura.
Parafrasi
Il fuoco esce da dentro la neve, essendo insito nel suo gelo, e a poco a poco il sole vince [questo gelo, e dalla neve fatta cristallo, secondo una nota credenza medioevale, fa sprizzare le fiamme]: l'acqua infatti diventa cristallo, tant'è gelata e la fiamma che ne scaturisce viene da lì, contro l'intima natura della neve [che è quella di essere gelata]; eppure, madonna, voi vi infischiate di tutto ciò; quanto più vi prego, tanto più restate insensibile [al mio sentimento].Ma io ho veduto accadere anche questo: che col tempo la mela acerba diventa matura e dolce; eppure il vostro cuore ancora non si innamora. Vedete, o dolce viso, anche gli uccelletti con i loro canti vi invitano ad amare: [dunque] è necessario amare, dolce creatura.
Commento
La poesia di Bonagiunta da Lucca segna il trapianto della maniera cortese dei Siciliani in Toscana: messa a confronto con lo Stilnovo documenta quel passaggio vivace dagli stilemi dotti alla poesia di emozione. In questo sonetto il poeta prega la donna di mutare la sua durezza in amore, così come la natura si trasforma e il sole ricava fuoco dal cristallo che era neve.