Testo:
Tutto che altrui aggrada me disgrada,ed emmi a noia e ’n dispiacere il mondo.
Or dunque che ti piace? I’ ti rispondo:
Quando l’un l’altro spessamente agghiada.
E piacemi veder colpi di spada
altrui nel viso, e nave andare a fondo;
e piacerebbemi un Neron secondo,
e ch’ogni bella donna fosse lada.
Molto mi spiace allegrezza e sollazzo,
e la malinconia m’aggrada forte;
e tutto dì vorrei seguire un pazzo;
e far mi piaceria di pianto corte,
e tutti quelli ammazzar ch’io ammazzo
nel fier pensier là dov’io trovo morte.
Parafrasi
Tutto quello che piace agli altri a me dispiace, e ho a noia e in disprezzo il mondo. Che cosa ti piace dunque? Io ti rispondo: mi piace quando spesso ci si accoltella; e mi piace vedere colpi di spada affondati nel viso altrui, e navi colare a picco; e mi piacerebbe un secondo Nerone, e che ogni bella donna diventasse brutta. Mi disturbano molto allegria e divertimenti, mentre mi piace molto la malinconia; e vorrei seguire tutto il giorno un pazzo. E mi piacerebbe tenere una corte di pianto, e ammazzare tutti coloro che ammazzano nei miei fieri pensieri, nei quali trovo la mia Morte.Commento
Paragonabile agli attacchi irosi di Cecco Angiolieri, l'avvio di questo sonetto mostra un umore nero e bizzarro: il tono è discorsivo, quasi teatrale. Dice il poeta che egli ama tutto ciò che agli altri dispiace, che vorrebbe vedere gli uomini trafiggersi l'un l'altro a colpi di spada, il mondo dominato da un nuovo Nerone, ogni donna brutta. Si sente, in questo dipingere il mondo alla rovescia, un gioco irridente simile ai lazzi giullareschi.