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Veder poteste, quando v'inscontrai - Guido Cavalcanti

Parafrasi e commento del sonetto "Veder poteste, quando v'inscontrai", il cui testo è stato scritto da Guido Cavalcanti.

Testo:

Veder poteste, quando v’inscontrai,
quel pauroso spirito d’amore
lo qual sòl apparir quand’ om si more,
e ’n altra guisa non si vede mai.

Elli mi fu sì presso, ch’i’ pensai
ch’ell’ uccidesse lo dolente core:
allor si mise nel morto colore
l’anima trista per voler trar guai;

ma po’ sostenne, quando vide uscire
degli occhi vostri un lume di merzede,
che porse dentr’ al cor nova dolcezza;

e quel sottile spirito che vede
soccorse gli altri, che credean morire,
gravati d’angosciosa debolezza.


Parafrasi

Quando vi incontrai, voi aveste occasione di vedere quel terribile spirito d'amore che suole apparire nell'attimo della morte, e che in altri modi non si mostra mai. Esso mi si avvicinò tanto che io pensai volesse uccidere il mio cuore piagato: allora l'anima meschinella prese il colore della morte e cominciò a lamentarsi; ma essa fu confortata poi, quando vide uscire dai vostri occhi una luce così piena di pietà che mi colmò il cuore di una nuova dolcezza; e lo spiritello sottile della vista soccorse gli altri miei spiriti vitali che, gravati di dolorosa fiacchezza, credevano di morire.


Commento

Il tono discorsivo, drammatico, caratterizza anche questo sonetto della speranza: «Voi poteste vedere quando v'incontrai» dice il poeta alla donna «ch'io ero morto d'amore; e mi sostenne un vostro sguardo di pietà che mi diede nuova dolcezza». La rappresentazione psicologica, pur legata ai simboli correnti, è nella chiave di un carattere, di un personaggio.



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