Luigi Pirandello ha scritto nel 1908 un saggio sull'umorismo in cui ha affermato che l’arte proprio in virtù del relativismo che caratterizza la realtà umana, deve basarsi sull'umorismo Questo è “l’erma bifronte che ride per una faccia del pianto della faccia opposta”. Pirandello distingue la comicità dall'umorismo la prima si basa sul semplice “avvertimento del contrario”, cioè sulla constatazione di una contraddizione, di un’anomalia, di qualcosa che non dovrebbe essere; l’umorismo si fonda invece sul “Sentimento del contrario” fra ideale e reale, per cui, proprio in considerazione di tale dolorosa condizione dell’individuo, si deve denudare il personaggio.
Pirandello, ad esempio di ciò che deve intendersi per “sentimento del contrario”, cita il caso di una donna non più giovane che si acconcia come un’adolescente. L’”avvertimento del contrario” c’induce al riso, ma subito dopo, se riflettiamo sul fatto che lei ha sposato un uomo molto giovane ed è angosciata dal rischio di perderlo, ecco che il riso si stempera in un amaro sorriso: questo è il “sentimento del contrario” su cui si fonda l’umorismo e non già la comicità.
Pirandello, ad esempio di ciò che deve intendersi per “sentimento del contrario”, cita il caso di una donna non più giovane che si acconcia come un’adolescente. L’”avvertimento del contrario” c’induce al riso, ma subito dopo, se riflettiamo sul fatto che lei ha sposato un uomo molto giovane ed è angosciata dal rischio di perderlo, ecco che il riso si stempera in un amaro sorriso: questo è il “sentimento del contrario” su cui si fonda l’umorismo e non già la comicità.