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Claude Debussy: La Cattedrale Sommersa

Trama:

La cattedrale sommersa di Debussy è un preludio. Con questo termine si indica un brano musicale generalmente destinato a uno strumento solista, caratterizzato da una forma molto libera e che, nel passato, poteva essere utilizzato come introduzione di una composizione più ampia. Proprio a causa della sua forma libera, non costretta entro schemi prefissati e rigidi, il preludio fu molto sfruttato nel periodo romantico perché in esso il compositore poteva esprimersi più liberamente che in altre forme musicali. Famosi sono per esempio i numerosi preludi di Chopin, alcuni dei quali sono in realtà brevissimi frammenti musicali composti solo da poche battute.
Anche Debussy compose due raccolte di preludi per pianoforte contenenti brevi brani di carattere descrittivo. La cattedrale sommersa appartiene alla prima raccolta.

Commento:

Debussy vuole suggerire l’immagine di una cattedrale sommersa da una gigantesca quantità di acqua; coglie innanzitutto l’elemento che gli sembra più tipicamente musicale di una cattedrale: i rintocchi delle campane. Questi accordi leggeri, quasi sfumati e un po’ a eco vogliono dare l’impressione delle risonanze create dalla strana situazione in cui Debussy immagina di trovarsi. Il tempo del brano è profondamente lento e caratterizzato da accordi consecutivi sul piano o sul pianissimo, che creano un’atmosfera indefinita e misteriosa.
La seconda parte, un po' meno lenta, è caratterizzata da una melodia accompagnata da lunghe note basse.
Anche qui il suono è molto debole e le note sono tutte nel registro grave del pianoforte allo scopo di creare un’atmosfera cupa e indefinita, rotta ogni tanto dai soliti rintocchi che malinconicamente ritornano a ricordarci l’immagine della cattedrale.
Un brontolio sommesso introduce la terza parte; questa ripropone con la mano destra (cioè nel registro acuto) gli accordi dell’inizio mentre con la mano sinistra (cioè nel registro grave) presenta un arpeggio fluttuante e sordo che va a toccare le note più basse del pianoforte.
Il brano termina con una coda che, riproponendo una volta ancora lo schema iniziale, pian piano svanisce nel nulla.



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