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Mario Luzi: Avorio

Testo:

Parla il cipresso equinoziale, oscuro
e montuoso esulta il capriolo,
dentro le fonti rosse le criniere
dai baci adagio lavan le cavalle.
Giù da foreste vaporose immensi
alle eccelse città battono i fiumi
lungamente, si muovono in un sogno
affettuose vele verso Olimpia.
Correranno le intense vie d'Oriente
ventilate fanciulle e dai mercati
salmastri guarderanno ilari il mondo.
Ma dove attingerò io la mia vita
ora che il tremebondo amore è morto?
Violavano le rose l'orizzonte,
esitanti città stavano in cielo
asperse di giardini tormentosi,
la sua voce nell'aria era una roccia
deserta e incolmabile di fiori.


  1. Equinoziale = divide il paesaggio, come l'equinozio divide il giorno e la notte in parti uguali 21 marzo e 23 settembre.
  2. Montuoso = il capriolo vive nei boschi delle montagne.
  3. Dentro le fonti... le cavalle = le cavalle lentamente tergono, puliscono le criniere dai baci nei corsi d'acqua rossi, cioè infuocati dai raggi del tramonto.
  4. Giù da foreste... lungamente = provenienti giù dai boschi folti e ombreggiati, i corsi d'acqua a lungo percuotono le eccelse città
  5. Si muovono... Olimpia = amorevoli barche si muovono alla volta di Olimpia, città greca, sede di un famoso santuario e dei giochi annuali.
  6. Correranno... il mondo = le barche del verso 8 si sono mutate in ragazze protese alla vita, verso l'Oriente favoloso. Intendi: le vele smuovono l'aria e i capelli delle fanciulle si gonfiano di vento.
  7. Io la mia vita = dopo le visioni del sogno, chi nella realtà potrà restituirgli la vita, ora che è terminato l'amore tremebondo.
  8. Esitanti = fugacità della visione.
  9. Asperse = spruzzate.
  10. Tormentosi = carichi di struggente dolcezza; e anche di sofferenza di dolore.
  11. Sua = la voce che vaga nell'aria è quella della donna amata; ma purtroppo, poiché dice che l'amore è finito, tale voce assomiglia a una roccia arida, chiusa alla vegetazione.

Una visione di cose magnifiche e lontane viene improvvisamente spezzata da una rivelazione: l'amore si è spento nel cuore del poeta, ora non restano che solitudine e silenzio.
Temi: i sogni e le speranze nell'età giovanile, la fine dell'amore.
Anno: 1940.
Schema metrico: endecasillabi sciolti.

Analisi del testo
Possiamo individuare le tre sequenze principali della lirica attraverso i tempi verbali: essi oscillano tra presente (nei primi otto versi), futuro (versi 9-11) e passato (negli ultimi cinque versi: 12-18).
I temi delle tre sequenze sono il risveglio della vita, un'indefinita speranza, lo smarrimento di chi si ritrova solo, nell'aridità generale.

Commento
Il titolo, Avorio, ci richiama l'evocazione di cose belle ma impossibili dei primi 11 versi. Poi però nella sequenza finale (dal v. 12) assistiamo al doloroso risveglio e, con esso, alla fine dell'incerto amore che ha riempito l'esistenza del poeta: che cosa potrà ora dargli un'autentica ragione di vita? Di quello splendido miraggio resta la sua voce, l'eco della donna amata protesa nell'aria, solitaria e nuda come una roccia / deserta.
dove attingerò io la mia vita / ora che il tremebondo amore è morto? La domanda al centro della poesia riassume un po' tutta la poetica di Luzi. Egli infatti esprime un'ansia di bene e, insieme, la dolorosa coscienza della difficoltà che esso torni a incarnarsi, a sussistere per noi.

Tempi verbali
I tempi verbali scandiscono le tre sequenze del testo. Nei primi 11 versi assistiamo all'esotica evocazione resa possibile da una splendida parola poetica, con oggetti preziosi e immagini raffinatissime. In particolare, nel corso della poesia sono citati due scenari lontani, esotici, appunto; paesaggi di sogno in cui può riposare l'anima. Al centro della lirica campeggia un interrogativo che costituisce il nucleo tematico del componimento.
Avorio è una lirica d'amore, anche se in forma piuttosto enigmatica.

Lavoro linguistico
Difficile precisare con chiarezza il senso di ogni verso, di ogni immagine: siamo al di fuori di ogni descrizione realistica, lo spazio si riempie di sogno e di oggetti irreali.
Il fascino di Avorio è dato dalla sontuosa ricchezza dell'immaginazione: gli aggettivi sembrano dilatarsi in una girandola di sensazioni e simboli.



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