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La coscienza di Zeno Capitolo 7

Cap VII - Storia di un'associazione commerciale - Il funerale mancato
Protagonista del settimo capitolo è, oltre a Zeno, suo cognato Guido Speier. Costui è il marito di Ada, la più bella delle sorelle Malfenti, la preferita di Zeno; ma Ada lo ha rifiutato e Zeno ha dovuto ripiegare su Augusta. Questo matrimonio peraltro si rivela più fortunato di quello tra Guido e Ada. Quando Guido decise di fondare un'impresa commerciale e chiede a Zeno di aiutarlo, il protagonista accetta, lusingato e persino commosso. Rievocando il passato, tuttavia, Zeno sottolinea in più punti di non essere stato corresponsabile di quanto era accaduto poi: Guido infatti, prima con alcuni affari arrischiati e poi giocando in Borsa, si riduce al fallimento; per salvarsi, simula un suicidio (non il primo, in verità), ma i soccorsi giungono troppo tardi e Guido muore davvero. Comincia a questo punto l'episodio qui analizzato, uno dei più famosi del romanzo.

Ripercorriamo il testo
Zeno si getta con frenesia nell'impresa di recuperare, almeno in parte, il patrimonio dissipato da Guido, investendo in Borsa a nome suo: e ci riesce, con suo stesso stupore, anche grazie all'aiuto del furbo Nilini. In quelle ore convulse, però, si ricorda troppo tardi di dover partecipare al funerale di Guido... e finisce così per seguire il corteo funebre di un altro.
Accortosi di aver sbagliato funerale, Zeno avrebbe ancora la possibilità di accodarsi al corteo funebre dei suoi parenti, ma non lo fa per turbare la cerimonia, dice a se stesso. Decide allora di rientrare in città per un'altra strada. In quel tragitto si sente bene e pieno di vita come mai gli era accaduto prima.
Tornato a casa, però, quell'impressione di forza e di sicurezza rapidamente svanisce, di fronte al rimprovero della moglie Augusta.

Il significato del testo
Zeno afferma di lavorare per la famiglia; ma in realtà si sta impegnando come mai gli era accaduto prima, anzi tutto per se stesso su quel terreno così adulto e difficile della speculazione finanziaria.
La sua bontà non è che un sogno, dettato da due fattori:
  • dal desiderio di prendersi una rivincita postuma sul cognato Guido;
  • dal rimorso per aver tanto detestato Guido quand'era in vita. 
Al di là dell'affetto apparente verso il cognato, Zeno nasconde infatti un sentimento di rancore e di odio per il brillante rivale che gli ha sottratto Ada, la donna amata, e che lo ha sconfitto e umiliato, agli occhi dei parenti, con il suo fascino e la sua eleganza.
Accortosi di aver sbagliato funerale, Zeno potrebbe ancora partecipare alla cerimonia, sia pure in ritardo: così fa infatti il Nilini. Invece Zeno decide di rientrare a casa a piedi: tale ritorno si trasforma in una specie di passeggiata trionfale, affrontata con il passo e il respiro del vittorioso: non c'è traccia della zoppia che spesso frena Zeno quando prova disagio. E' un momento di salute e forza, sentimenti che nascono dal paragone tra la sua sorte e quella di Guido e dalla consapevolezza della propria vittoria sul rivale.

Analisi operativa
L'errore per il quale Zeno segue, invece del funerale di Guido, il corteo di uno sconosciuto, si può spiegare in base alla teoria freudiana dell'atto mancato: si tratta cioè di un'inconscia ribellione e di una forma di risarcimento rispetto ai torti subiti.
Perciò, quando si rende conto dell'errore, Zeno accampa delle false giustificazioni, alibi utili a distrarlo dal rimorso e a ricondurlo all'euforia del successo finanziario.
Alcuni critici hanno interpretato quella di Zeno come una fuga dal cimitero e quindi dalla morte.
A ogni modo, uscito dal cimitero, Zeno si sente interiormente trasformato: l'inetto è diventato un lottatore.
La prima accoglienza che Zeno riceve, una volta tornata a casa, non è però pari alle sue attese. In particolare la moglie Augusta se ne esce in un'affermazione curiosa, dicendo che Zeno è l'unico uomo della famiglia.

La linguistica
Nella prima parte del testo si evidenziano diversi termini tecnici, riferibili all'ambito della finanza e della Borsa. nel finale invece il lessico si fa più poetico, in concomitanza con lo stato d'animo di Zeno.
La tecnica narrativa usata da Svevo per scrivere La coscienza di Zeno è quella del monologo interiore, che ha come effetto quello di fa entrare i lettori all'interno dei pensieri del protagonista, narrando dal punto di vista del personaggio.



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